Gaza: iniziata l'operazione di terra nel sud della Striscia. Carri armati a Khan Younis
Infuriano i combattimenti nel terzo giorno dalla rottura della tregua. Dal Vaticano intanto un appello affinché tacciano nuovamente le armi, e si cerchino vie di Pace
Affidata a Monsignor Braida la lettura dell'appello del Papa, in occasione dell'Angelus. In miglioramento le condizioni di Francesco, seppur ancora sofferente: nel corpo; e nello spirito, per la catastrofe in corso. Ricorda i tanti ostaggi trattenuti a Gaza, l'angoscia delle loro famiglie; la drammatica situazione umanitaria nell'exclave. Da qui un'invocazione: che si percorrano “vie coraggiose di pace”.
La realtà purtroppo dice altro, specie dopo il ritiro della delegazione israeliana da Doha; quando si è ormai al terzo giorno dalla rottura della tregua, con Tsahal che pare determinata ad affrontare le fazioni armate nella giungla urbana di Khan Younis. Da qui l'ordine di evacuazione ai civili, con i blindati già penetrati nel settore meridionale della Striscia. Media statunitensi parlano della prossima designazione di “ampie safe zone” nell'area. Dove tuttavia domina il caos. L'ONU parla di 1 milione e 800.000 sfollati interni, ovvero il 75% della popolazione di Gaza; e di almeno 160 palestinesi rimasti uccisi, ieri, negli attacchi fra Jabalia e Gaza City.
Prive di conferme indipendenti invece le notizie rilanciate da Hamas, circa la morte di 7 persone in un raid nei pressi del valico con l'Egitto; e di un numero complessivo di vittime che supera quota 15.500. Da registrare anche un barrage di razzi, da parte dei gruppi armati; le sirene di allarme sono dunque tornate a farsi sentire nei kibbutz contigui all'exclave. Dove sarebbero stati scoperti, dall'inizio dell'offensiva, più di 800 tunnel; 500 dei quali fatti esplodere o sigillati. Tensioni anche al confine nord con il Libano, dove alcuni soldati israeliani sarebbero rimasti feriti dall'esplosione di un razzo anticarro. Ufficialmente si contano al momento due caduti in combattimento, tra le fila dell'esercito, dalla ripresa delle ostilità.
Teheran paventa un allargamento del conflitto su scala regionale, qualora gli attacchi a Gaza e in Cisgiordania dovessero proseguire. Figlio di iraniani, a quanto pare, il 26enne – già schedato, per rischio radicalizzazione - che ieri sera a Parigi ha ucciso un turista tedesco vicino alla Tour Eiffel e ferito altre due persone. Ai poliziotti che l'hanno fermato avrebbe espresso la propria rabbia per ciò che sta accadendo nella Striscia.
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