Gaza: Israele sotto choc; ritrovati nei pressi di Rafah i corpi senza vita di 6 ostaggi
Sarebbero stati eliminati da Hamas con colpi sparati a bruciapelo. Sciopero generale, domani, nello Stato Ebraico; dito puntato contro Netanyahu
5 di loro erano stati rapiti il 7 ottobre al festival Nova: rivelatosi una trappola mortale. L'epilogo di queste giovani vite in un tunnel nel sud di Gaza. Stando alle autopsie i 6 ostaggi sarebbero stati uccisi a freddo tra venerdì sera e sabato: subito prima dell'arrivo dell'esercito israeliano. “Vi prenderemo e regoleremo i conti”, ha tuonato Netanyahu, rivolgendosi ad Hamas. Ha poi chiamato i parenti delle vittime; ma in due casi non vi è stata risposta. A testimonianza di un clima di rancore e frustrazione – contro la propria stessa leadership -, che pare coinvolgere fette sempre più ampie dello Stato Ebraico. Proclamato per domani uno sciopero generale. Programmate proteste in varie città; con il Forum delle famiglie degli ostaggi ad incalzare il Primo Ministro. Durissimo il leader dell'Opposizione Lapid: “erano vivi – ha detto -. Netanyahu e il gabinetto della morte hanno deciso di non salvarli”. Un riferimento alla decisione di insistere nel mantenere truppe lungo il confine tra la Striscia e l'Egitto. Scelta che avrebbe fatto deragliare il negoziato, e contestata dallo stesso Ministro della Difesa; che ha esortato ancora il Premier a concludere un accordo con Hamas. La fazione islamica dal canto suo ha elogiato i responsabili di un attacco che ha causato la morte di 3 agenti di polizia, questa mattina, ad Hebron. Il presunto attentatore sarebbe stato poi eliminato. Ma pare sempre più fuori controllo la situazione in Cisgiordania, dopo l'avvio dell'operazione militare di Tsahal contro le cellule dei gruppi armati. Il Papa questa mattina ha espresso tutta la propria preoccupazione per un allargamento del conflitto. Nel corso dell'Angelus Francesco ha poi ribadito vicinanza al popolo ucraino, “duramente colpito – ha rimarcato - da attacchi contro le infrastrutture energetiche”. Nelle ore precedenti anche un massiccio attacco in profondità delle forze di Kiev, su varie regioni russe. Segnalata da Mosca la distruzione di 158 droni; due dei quali – è stato detto – diretti sulla Capitale. Registrato un incendio in una raffineria di petrolio. Tutto ciò mentre i belligeranti proseguono le proprie offensive via terra: gli ucraini nel Kursk; i russi nel Donbass. Utopica, in un simile quadro, qualsiasi ipotesi di soluzione negoziata del conflitto.
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