MEDIO ORIENTE

Gaza: “presto”, annuncia il Ministro della Difesa israeliano, l'ordine di ingresso nella Striscia

“La battaglia si sta spostando sul territorio di Hamas” nell'enclave, ha aggiunto un comandante di Tsahal. Il conflitto israelo-palestinese rischia intanto di allargarsi su base regionale

Presto vedrete Gaza “dall'interno”, avrebbe detto il Ministro della Difesa Gallant, ai soldati ammassati lungo il perimetro dell'enclave. Parrebbe imminente, insomma – sempre non si tratti di una mossa per disorientare il nemico -, il via alla più volte paventata operazione di terra. Da giorni in stand-by, a favore di una tattica maggiormente conservativa; fatta di isolate incursioni per scopi di intelligence e ricerca di ostaggi.

Non si fermano invece i raid aerei contro obiettivi delle milizie. Eliminati altri esponenti di alto profilo di Hamas; come il capo della sicurezza nazionale. Ma si tratterebbe a volte di strike su aree estremamente urbanizzate; e ciò avrebbe un impatto, sul bilancio delle vittime. Nell'ultimo bollettino dalla Striscia si parla di 3.875 morti dall'inizio delle ostilità; oltre 1.500 i minori.

Nel frattempo è guerra di comunicazione. I media dello Stato Ebraico hanno riferito dell'utilizzo di droghe sintetiche, tra le fila di Hamas, in occasione della selvaggia mattanza del 7 ottobre. Tutto ciò mentre pare resti da sciogliere il nodo delle responsabilità, per i tragici fatti dell'altro ieri all'ospedale battista di Gaza City.

Compatte, le autorità israeliane, sulla tesi del razzo difettoso della Jihad islamica; come dimostrato dalle dichiarazioni del leader di Opposizione Lapid, che avrebbe biasimato la copertura dei media internazionali. Continua invece ad accusare Israele, Hamas; che ha lanciato un appello alla mobilitazione. Ed effettivamente non cessano, in tante piazze, le manifestazioni pro-Palestina. E la situazione spesso è tesa. Nel corso di un raduno a Berlino 65 agenti feriti e 174 fermi. Sul piano diplomatico Israele incassa il sostegno del Premier britannico Sunak, dopo la visita di Biden; che tuttavia avrebbe lasciato qualche scoria, nell'apparato statunitense.

Un dirigente del Dipartimento di Stato si è dimesso per protestare contro la decisione di continuare ad inviare armi allo Stato Ebraico mentre assedia la Striscia. Dove si attenderebbe ancora l'apertura del valico di Rafah, per il passaggio di aiuti umanitari. Il via libera domani, secondo media egiziani. Ma la situazione è in costante evoluzione.

Segnalati lanci di razzi provenienti sia da Gaza che dal Libano; e ciò lascerebbe pensare ad un coinvolgimento sempre maggiore di Hezbollah: già nel mirino dell'artiglieria israeliana. Conflitto che rischia inoltre di allargarsi su base regionale se si considera quanto avvenuto nelle scorse ore. Attacchi con droni, a basi americane in Iraq, sono stati rivendicati da milizie filo-iraniane. Segnalati episodi simili anche in Siria.

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