Gaza: raso al suolo grattacielo sede di media. Nella notte bombardamento uccide 8 bambini e 2 donne
Sempre più drammatici gli sviluppi della crisi tra Israele e milizie palestinesi. Una vittima a Tel Aviv nella rappresaglia di Hamas. Scenari da guerra civile nelle città a popolazione mista dello Stato ebraico
L'orrore, nella notte. Quando un bombardamento in un campo profughi nel nord della Striscia ha spazzato via un'intera famiglia palestinese: 8 bambini e 2 donne. Ennesime vittime di un'offensiva aerea martellante; mentre Israele torna a parlare dell'utilizzo di civili come scudi umani. La rappresaglia delle milizie in un lancio di razzi su Tel Aviv, che ha provocato una vittima. Poi un altro raid devastante dell'aviazione israeliana, che – dopo un preavviso, che ha permesso l'evacuazione - ha raso al suolo un grattacielo di Gaza, sede di media quali al-Jazeera e Associated Press; i cui vertici si sono dichiarati “inorriditi” per l'accaduto. L'edificio ospitava risorse “dell'intelligence militare di Hamas”, è stata la giustificazione.
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Ma quanto sta avvenendo pare un nuovo passo, verso un inasprimento della crisi, innescata giorni fa dagli annunciati sgomberi forzati di palestinesi da Gerusalemme Est. Ad aggravare il quadro i ripetuti episodi di violenza nelle strade delle città a popolazione mista, con scontri tra estremisti arabo-israeliani ed ebrei e devastazioni. Presa di mira, a Jaffa, l'abitazione di una famiglia araba; nell'incendio provocato dal lancio di una molotov due bambini sono rimasti ustionati; uno è gravissimo. Scenari da guerra civile anche a Lod, Acri e Gerusalemme est. Ed è proprio il cosiddetto “fronte interno”, probabilmente, a preoccupare di più lo Stato ebraico. Specie nel giorno in cui la popolazione araba – fra dolore e risentimento - ricorda la Nakba: ovvero la fondazione di Israele e l'esodo del 1948. Nuove manifestazioni, intanto, a sostegno della causa palestinese. In migliaia, a Londra, hanno chiesto al governo di fare pressione affinché cessino le operazioni militari israeliane.