Gaza, regge il cessate il fuoco. Taiwan, continuano le manovre militari. Ucraina, paura per Zaporizhzhia
Si allenta la tensione a Gaza, dove continua il cessate il fuoco: fondamentale la mediazione dell'Egitto per la de-esclation. Israele riapre il valico commerciale di Kerem Shalom, la cui chiusura aveva fermato la centrale elettrico di Gaza e il valico di Erez, da dove transitano 14mila palestinesi impiegati nel Paese. Nei pressi del confine ancora prudenza: vietato lavorare i campi vicini ai reticolati. Nell'operazione “Breaking Dawn” colpiti a Gaza 170 obiettivi attribuiti alla Jihad, mentre dalla Striscia sono partiti 1.100 razzi. Soddisfatto della tregua il presidente Usa Biden che commenta: “Israeliani e palestinesi meritano di vivere in sicurezza”. Non si abbassano i toni della Cina, invece, che continua anche oggi le manovre militari intorno a Taiwan, nel mare e nello spazio aereo, “concentrandosi – riferiscono dall'Esercito – sull'organizzazione di operazioni congiunte anti-sottomarino e di assalto marittimo”.
“La colpa è degli Stati Uniti – spiega il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian – e ora loro devono assumersi la piena responsabilità e subire le gravi conseguenze di tutto questo”. Sul fronte ucraino si fa preoccupante la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, seriamente danneggiata, su cui Mosca e Kiev si accusano reciprocamente. “Sono attacchi suicidi”, avverte il segretario generale dell'Onu Guterres. Mentre il presidente ucraino Zelensky mette in guardia i russi sui referendum indetti da Mosca nelle aree occupate: “Sancirebbero lo stop ai negoziati”, dice. Ma la pace si raggiungerà “solo se l'Ucraina starà alle condizioni della Russia”, stronca il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, che vuole escludere dalla trattativa gli altri Paesi stranieri.
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