MEDIO ORIENTE

Gaza: sull'orlo del fallimento – riferisce Politico – l'accordo tra Israele ed Hamas

Arresti nelle scorse ore a Chicago – a margine della Convention Dem -, nel corso di proteste pro Palestina

“Agiremo di conseguenza”: lapidario - per non concedere alcun vantaggio tattico al nemico – il commento dello Stato Ebraico al lancio di 50 razzi, da parte di Hezbollah, sul Golan occupato. Alcuni ordigni avrebbero colpito la località di Katzrin, provocando danni e ferendo una persona. Nel mirino vi era una base militare – ha fatto sapere il “Partito di Dio” -; una risposta al raid israeliano nel Libano orientale della scorsa notte. Il loop di attacchi e rappresaglie cui ci ha mestamente abituati questa crisi, insomma. Che ha come epicentro ciò che resta di Gaza. L'intesa sulla tregua deve essere conclusa nei prossimi giorni, ha ammonito il Segretario di Stato USA Blinken; ieri sera era a Doha: nuova tappa dell'ennesimo tour mediorientale. Ma alla vigilia del round negoziale al Cairo pare prevalere il pessimismo.

Funzionari statunitensi ed israeliani hanno riferito a Politico come l'accordo per il rilascio degli ostaggi ed il cessate il fuoco sia sull'orlo del fallimento. Tetragono Netanyahu; e non solo sull'obiettivo dell'annientamento di Hamas. Parrebbe intenzionato infatti a non cedere pure sul mantenimento del controllo del confine tra la Striscia e l'Egitto. Viste simili premesse difficilmente Sinwar – dall'exclave – darà l'ok ad un compromesso. Da qui la possibilità – citata dalle stesse fonti - che l'Iran attacchi “e la situazione degeneri”. Medio Oriente, dunque, sull'orlo dell'abisso.

Dossier che potrebbe influire sulla corsa alla Casa Bianca, viste le turbolenze di parte della base dem: che critica in modo radicale il supporto allo Stato Ebraico dell'Amministrazione Biden. A Chicago manifestazioni pro Palestina anche davanti al Consolato israeliano; una bandiera americana bruciata; nuovi arresti. Un'ombra sulla Convention democratica. Allo United Center, però, nessuna modifica alla “liturgia” che ha portato all'incoronazione della nuova front-runner; come se all'esterno nulla stesse accadendo. Ieri è stato il turno degli Obama. Barack e Michelle hanno infiammato la platea ribadendo l'appoggio a Kamala Harris. E non poteva mancare lo “Yes she can”: versione aggiornata del motto che fece la fortuna dell'ex Presidente.

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