Evidentemente non sono bastate, a placare la rivolta, le promesse di Macron – oggi in visita in Chad -; e neppure il pugno duro mostrato dalle Forze dell'Ordine negli ultimi giorni. Con blocchi stradali smobilitati a forza, ed utilizzo massiccio di idranti e lacrimogeni. La rabbia dei ceti medi impoveriti appare insopprimibile; e si punta ora sul fattore dell'imprevedibilità. Prevista, oggi, una manifestazione a Versailles; a sorpresa – però - centinaia di “gilet gialli” sono comparsi a Montmartre, beffando polizia e giornalisti. Il corteo è stato pacifico, almeno inizialmente; ma il “regista” di questa mossa inaspettata – il portavoce dei “gilet gialli”, Eric Drouet – è stato arrestato; con il rischio, ora, per le Autorità, di farne un martire ed inasprire ulteriormente il confronto. In seguito si sono registrati infatti scontri in alcune zone della città, fortunatamente senza gravi conseguenze. La giornata, tuttavia, si era aperta con la decima vittima dall'inizio delle proteste. A Perpignan un uomo si è schiantato con la sua vettura contro un camion, fermato all'improvviso da un posto di blocco. Manifestazioni, a macchia di leopardo, in tutta la Francia; la frontiera con l'Italia, a Ventimiglia, è stata chiusa per ore. Nei pressi del confine con la Spagna, invece, ai manifestanti si sono uniti anche alcuni separatisti catalani. Proprio la transnazionalità è uno degli elementi inaspettati di questa protesta contro un'elite – nazionale ed europea - percepita come distante, se non apertamente ostile. Nel Belgio francofono, e a Bruxelles, i “gilet gialli” sono attivi già da settimane. La novità è il Portogallo, dove migliaia di persone, a Porto, Lisbona, ed altre città, sono scese in strada - indossando gli ormai noti giacchetti -, e con slogan che raccontano un'altra situazione, nel Paese, rispetto a quella narrata dai media. E l'onda dei “gilet gialli” ha raggiunto anche Israele. A Tel Aviv centinaia di persone hanno sfilato in corteo contro il Governo, per protestare contro l'aumento del costo della vita.
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