Gilet gialli, primo ministro Philippe: “Non cambiamo la rotta”
"Abbiamo percepito la rabbia ma abbiamo anche sentito la sofferenza, la mancanza di prospettive, l'idea che le autorità per molto tempo non hanno risposto alle preoccupazioni e senso di abbandono", ha riconosciuto Philippe sulla mobilitazione di sabato. Ha poi sottolineato gli impegni presi da Emmanuel Macron sull'abbassamento delle tasse, ma nessuna marcia indietro sulla tassa-carburante: "La transizione ecologica può avere successo solo se effettivamente accompagniamo i francesi (...). Vogliamo liberarli da questa dipendenza dalle auto".
Il giorno dopo l'esordio sul campo di questo movimento nato su Internet contro il caro-carburante, si fanno i conti dei feriti e delle violenze e il bilancio non è così rassicurante come gran parte delle immagini diffuse lasciava sperare. I feriti della sola giornata di sabato - ieri ce ne sono stati di nuovi, uno grave - sono stati in realtà 409, una specie di bollettino di guerra. 14 sono gravi, 28 fra poliziotti, gendarmi e pompieri. E le scene riprese e diffuse dai social network sono anche di violenza, vetri di auto spaccate, assalti a edifici pubblici come municipi (a Troyes) e prefetture (a Quimper).
Intanto ieri i “gilet gialli” - 46mila secondo fonti di polizia - hanno continuato nella protesta. In serata in un centinaio hanno bloccato l'accesso al giacimento di petrolio Vern-sur-Seiche, vicino a Rennes, impedendo il passaggio dei camion, come riporta il quotidiano Ouest France. Il sindacato di camionisti e agricoltori hanno intanto annunciato di voler impedire nuovamente l'accesso ad alcune autostrade.
fm