Ogni tre secondi una persona è costretta ad abbandonare la propria casa per guerra, carestia e fame, persecuzioni religiose o etniche, disastri ambientali. La fotografia nella Giornata del Rifugiato, per fare memoria di una realtà che sta raggiungendo vertici inediti: 70,8 milioni di persone in tutto il mondo, un numero senza precedenti, sono state costrette a fuggire dal proprio paese. Di queste circa 25,9 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali di età inferiore ai diciotto anni, stando ai dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Al di là di eventi che accompagnano la giornata, di monumenti che si illuminano per ricordare un fenomeno in aumento, l'Unicef sollecita più garanzie e più inclusione, mentre l'Oms chiede che nei campi sia tutelato il diritto alla salute. In Italia intervengono i sindacati : "Mai come in questo momento – scrive la CGIL- la scelta di adottare politiche migratorie in grado di alleviare le sofferenze diventa necessaria", ricordando i 5000 minorenni stranieri non accompagnati presenti in Italia. “I rifugiati e gli sfollati – ha detto António Guterres, segretario generale Onu, costituiscono una presenza importante tra coloro che si stanno facendo avanti per fare la differenza in prima linea nella risposta” alla pandemia. “Dai campi in Bangladesh agli ospedali in Europa, i rifugiati lavorano come infermieri, medici, scienziati, insegnanti e in altri ruoli essenziali, proteggendosi e restituendo alle comunità che li ospitano”.
Dal 2015 a oggi, secondo i dati del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione, sono stati reinsediati in Italia 2.510 rifugiati e per le annualità 2020-2021 è previsto un contributo aggiuntivo pari a 700 persone. Per molti rifugiati questo continua a rappresentare uno "strumento salvavita", spiegano UNHCR e OIM, sottolineando il divario tra il numero di rifugiati che hanno bisogno di accedere al reinsediamento e i posti messi a disposizione dai governi, con l'appello affinché anche altri Paesi partecipino ai programmi.