GUERRA

Gli occhi del mondo puntati su Ucraina e Sudan

L'ex primo ministro del Sudan lancia l'allarme: “Il proseguo del conflitto sarà un incubo per il mondo”.

Un muro di fuoco con fiamme estese per una area di 1.000 metri quadrati. È l'inferno di Sebastianopoli, in Crimea, dopo lo scoppio di un tank di carburante colpito probabilmente da un attacco di un drone. Il tutto accaduto proprio in concomitanza con l'annuncio di Zelensky sulla controffensiva che l'esercito ucraino ha in programma per liberare i territori occupati dai Russi, tra cui la Crimea. “Il successo di Kiev – aggiunge però Zelensky – dipende fortemente dal sostengo militare occidentale”. Sul fronte russo preoccupano il Cremlino il possibile smantellamento della milizia privata Wagner, annunciato proprio dal fondatore del gruppo armato. Intanto a Kherson, nel sud del Paese, l'amministrazione ucraina sta preparando un'evacuazione di massa nel caso in cui dovessero aumentare i bombardamenti.

Gli occhi del mondo puntati anche sul Sudan, dove dal 15 aprile imperversa la guerra tra l'esercito regolare e la milizia dell'Rsf. Sale a 50.000 il numero di persone fuggite dal conflitto: circa 20 mila hanno trovato riparo in Ciad, 16 mila in Egitto, oltre 13.000 in Sud Sudan e 1.300 nella Repubblica centrafricana. Allarmante anche il numero degli sfollati interni, 75.000, principalmente negli Stati di Khartoum, Nilo Azzurro, Kordofan settentrionale e Darfur. L'ex primo ministro del Sudan lancia l'allarme: “Il proseguo del conflitto sarà un incubo per il mondo”.

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