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Guerra russo-ucraina: Zelensky annuncia colloquio con Trump e sollecita incremento aiuti militari

Mosca e Kiev si accusano intanto reciprocamente di violazioni alla tregua parziale decisa ieri. A Gaza nuovi strike aerei israliani

19 mar 2025

Come prevedibile la situazione sui campi di battaglia è passata in secondo piano, viste le grandi manovre sul fronte diplomatico. Tutt'altro che affievolita, però, l'intensità dei combattimenti: da ciò che resta del saliente di Kursk alle pianure del Donbass. Costante la pressione russa; da registrare però una sostanziale tenuta delle linee ucraine; anche con isolati contrattacchi di rilievo tattico. Non scontata una simile prova di resilienza, da parte delle truppe del Paese aggredito; in una situazione critica anche da un punto di vista psicologico. Zelensky ha annunciato che oggi parlerà con il Presidente americano. Ha avuto del resto l'effetto di una scossa tellurica, la lunga telefonata di ieri fra Trump e Putin. Con entrambi i belligeranti a rinfacciarsi nelle ultime ore violazioni alla riferita moratoria sugli attacchi alle rispettive infrastrutture energetiche. E continua a far discutere una delle precondizioni che sarebbero state poste dal Cremlino nell'ambito dell'iniziativa per il cessate il fuoco: fermare la mobilitazione e l'invio di armi a Kiev. In particolare quest'ultima opzione ha suscitato l'ira dell'Alto Rappresentante UE. La Russia vuole che l'Ucraina “abbassi la guardia” - ha tuonato Kaja Kallas -; ritenendo inaccettabile uno stop ai flussi di materiale bellico. Da decifrare anche i segnali apparentemente contraddittori da Washington e Mosca; Trump ha infatti assicurato come nel colloquio di ieri non si fosse discusso di aiuti militari all'Ucraina. Innumerevoli, comunque, le speculazioni sui contenuti del confronto. Si sarebbe discusso anche di questioni mediorientali; in particolare la postura della Federazione verso l'Iran. Nel frattempo, dopo l'interruzione choc della tregua da parte di Israele – con un bilancio, pare, di centinaia di vittime -, sono ripresi nella notte i bombardamenti delle forze armate dello Stato Ebraico su Gaza. Nel mirino – pare – Khan Younis e Rafah; si parla di 14 morti. Quanto alla leadership di Hamas ha ribadito di “non aver chiuso la porta ai negoziati”; chiedendo piuttosto che Israele sia costretta a cessare le ostilità e ad avviare la seconda fase dei negoziati. Prospettiva che parrebbe utopica, al momento. Come non bastasse, nelle scorse ore, la notizia del ferimento di un peacekeeper Unifil – a causa dell'esplosione di una mina – nei pressi del confine israelo-libanese.





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