Al Jazeera afferma che le forze israeliane hanno preso d'assalto il campus dell'Università nazionale An-Najah a Nablus, in Cisgiordania, arrestando almeno 25 studenti che stavano organizzando un sit-in di protesta. Citato dall'emittente araba, il rettore dell'ateneo ha affermato che tutte le comunicazioni erano state interrotte dentro e intorno al campus, e che tutti gli studenti presenti hanno ricevuto un messaggio di testo dalle forze israeliane che diceva loro di "arrendersi subito".
Monta intanto la pressione delle famiglie degli ostaggi sul governo israeliano e soprattutto sul premier Benyamin Netanyahu. A 100 giorni dal rapimento il 7 ottobre scorso da parte di Hamas, dalle migliaia di manifestanti a Tel Aviv del Forum delle famiglie, in piazza per 24 ore, si è alzata con forza la richiesta che occorre fare di più per liberare subito gli oltre 130 prigionieri ancora a Gaza.
In serata arriva la doccia gelata sul dolore e l'attesa dei parenti. Il portavoce delle Brigate Qassam di Hamas Abu Obeida sostiene che il destino di molti ostaggi israeliani è "sconosciuto nelle ultime settimane". "Molti di loro molto probabilmente sono stati uccisi a causa del bombardamento israeliano", accusa Hamas.
"Hamas ha pubblicato in serata un video di tre ostaggi". Lo riporta Haaretz precisando che i tre sono "Noa Argamani, Yossi Sharabi e Itay Svirsky. Nel video compaiono una donna e due uomini che parlano in ebraico e chiedono alle autorità israeliane di agire per il loro ritorno a casa, scrive la France Presse, precisando che non è chiaro quando sia stato girato il filmato.
Il sito israeliano Ynet sceglie invece di non riportare le dichiarazioni dei tre, poiché "molto probabilmente sono state dettate loro dai loro rapitori per scopi di terrore psicologico e propaganda". L'ufficio di Netanyahu smentisce le tesi statunitense assicurando che il premier sta "lavorando in ogni modo al rilascio dei rapiti il più rapidamente possibile". Ma il leader dell'opposizione centrista Yair Lapid, in piazza a differenza del premier pur invitato dai parenti degli ostaggi, è andato all'attacco. "Yahya Sinwar (leader di Hamas) - ha detto - possiamo ucciderlo anche a febbraio. E lo uccideremo, presto o tardi. Ma - ha invocato - gli ostaggi dobbiamo riportarli a casa subito".