Yakutsk, siberia orientale. Donne coraggiose protestano contro la mobilitazione. La polizia le arresta. Scene che, come la violenta repressione dei manifestanti a Mosca, proseguono in Russia, nonostante il pugno duro di Putin che oggi ha vietato espressamente l'espatrio agli uomini arruolabili, a partire dal 28 settembre. Una misura che rischia di incrementare la fuga dal paese con lunghe code in particolare al confine con la Finlandia, la Georgia, il Kazakhistan, la Mongolia. Proseguono nel frattempo i referendum farsa per giustificare l'annessione dei territori occupati dalla Russia e il conseguente uso di ogni arma, compresa quella nucleare, per difenderli in caso di tentativo di riconquista da parte dell'Ucraina. Proprio oggi il monito di Washington: è stato comunicato direttamente ad alti livelli del Cremlino che l'uso di armi nucleari avrà conseguenze catastrofiche per la Russia e che gli Stati Uniti e gli alleati risponderanno in modo deciso.