Indonesia: cresce il bilancio delle vittime dello tsunami. Sistema di allarme fermo dal 2012
Una tragedia, quella che ha colpito per l'ennesima volta l'Indonesia, che se non evitata poteva essere forse contenuta. Perché – a quanto pare - lo tsunami si è abbattuto sulle spiagge 24 minuti dopo l'eruzione, sull'isola Anak Krakatau. Un'allerta tempestiva avrebbe probabilmente permesso ai più di mettersi in salvo. Ma il sistema di allarme – ha ricordato il portavoce dell'agenzia per la gestione dei disastri – è fuori uso da almeno 6 anni, a causa di scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici. E allora non resta che proseguire nella mesta conta delle vittime. Attualmente si parla di 373 morti, oltre 1.500 e decine di dispersi. Ma il bilancio è destinato purtroppo ad aggravarsi, anche per la difficoltà – per i soccorritori – di raggiungere alcune delle zone investite dal muro d'acqua. Si è parlato di un'onda anomala di 20 metri d'altezza; generata dalle frane sottomarine dovute all'eruzione. Un ulteriore problema è rappresentato dal fatto che il vulcano – nato dopo l'esplosione del famigerato Krakatoa, nel 1883 – continua ad eruttare; il rischio di nuovi tsunami nello Stretto della Sonda – insomma – resta alto. L’Indonesia – del resto - è tra i Paesi più esposti alle catastrofi naturali, trovandosi a cavallo del cosiddetto “Anello del Fuoco” del Pacifico, in cui si scontrano le placche tettoniche, generando anche devastanti terremoti. A settembre, ad essere colpita, era stata la città di Palu, sull’isola di Sulawesi; 2.000 le vittime. Per non parlare dell'ecatombe del 2004, proprio nel periodo natalizio. Anche in quest'occasione si parla di danni materiali ingenti. Centinaia di abitazioni sono state distrutte; migliaia gli sfollati. Non si ha notizia di stranieri tra le vittime; ma una delle aree più colpite - quella di Banten -, è solitamente affollata di turisti durante le festività. Al momento – alla Segreteria Esteri, che si era subito allertata - non risultano notizie di sammarinesi presenti nei luoghi della catastrofe. Nel frattempo anche un altro vulcano, questa volta in Italia, si è risvegliato; destando qualche preoccupazione. Dopo un intenso sciame sismico – una scossa ha anche superato magnitudo 4 - si è aperta una frattura eruttiva alla base del cratere di sud-est dell'Etna. Alcune esplosioni hanno provocato la fuoriuscita di una densa nube di cenere. Chiuso momentaneamente l'aeroporto catanese di Fontanarossa.
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