Iran, in migliaia piangono Raisi mentre è giro di vite per chi lo insulta on line
Sullo schianto dell'elicottero è stata aperta un'indagine: solo dopo l'Iran ne annuncerà le cause.
Un'onda umana ha invaso la piazza principale di Tabriz per l'inizio delle cerimonie funebri del presidente iraniano Raisi e delle altre sette vittime dell'incidente in elicottero. Le otto bare ricoperte con la bandiera iraniana sono state trasportate su un camion in mezzo alla folla.
Il ministro dell'Interno, rendendo loro omaggio, li ha definiti “martiri”. I corpi verranno sepolti giovedì nei rispettivi luoghi di nascita. La Repubblica islamica, ancora sotto shock, ha dichiarato cinque giorni di lutto. Sullo schianto è stata aperta un'indagine: solo dopo l'Iran ne annuncerà le cause. Nel frattempo è giro di vite nei confronti di chi pubblica "insulti" online contro il defunto presidente.
Mentre gli utenti pro-regime condividono messaggi di lutto sui social media, voci dissenzienti ne ricordano il ruolo nell'esecuzione di migliaia di prigionieri politici negli anni '80 e nella violenta repressione delle proteste antigovernative. L'ultraconservatore Raisi era considerato uno dei favoriti alla successione dell'Ayatollah Khamenei.
Durante i tre anni della sua presidenza, ha dovuto affrontare, oltre al movimento di protesta, una crisi economica aggravata dalle sanzioni americane e l’inasprimento delle tensioni con il nemico giurato Israele. Hamas palestinese, Hezbollah libanese e Siria, tutti alleati della Repubblica islamica, che affermano di essere l'asse della resistenza contro lo Stato ebraico, hanno reso omaggio al defunto presidente. In un discorso poche ore prima della sua morte, Raisi aveva riaffermato il sostegno dell'Iran ai palestinesi, elemento centrale della sua politica estera dalla rivoluzione islamica del 1979.
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