Israele: anche se l’accordo sul nucleare venisse firmato non darà all’Iran l'immunità dal Mossad
La corrispondenza di Massimo Caviglia
Il viaggio negli Stati Uniti del capo del Mossad per dissuadere l’amministrazione Biden dal firmare il nuovo accordo sul nucleare iraniano sembra non avere ottenuto l’effetto sperato, se oggi il Ministro della Difesa Gantz ha dovuto ribadire davanti ad alcuni rappresentanti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che la capacità atomica dell'Iran ha raggiunto livelli preoccupanti. Già l'Agenzia per l'Energia Atomica aveva dichiarato che le scorte di uranio di Teheran superano di 19 volte i limiti consentiti dall'accordo, sottolineando di non poter garantire che il programma atomico della Repubblica Islamica sia di natura pacifica, e rimarcando di non aver ricevuto risposte sulla presenza di materiale nucleare in siti non dichiarati. Il premier israeliano Lapid ha affermato di aver fornito all’Europa informazioni di intelligence che dimostrano in modo innegabile come gli iraniani stiano mentendo mentre i colloqui sono ancora in corso.
Ma il Presidente americano Biden è convinto che l’accordo sia il modo migliore per non permettere all'Iran di avere un'arma nucleare, anche se non viene affrontato il problema del programma missilistico di Teheran, che ha testato un vettore in grado di colpire obiettivi strategici a una velocità di 4 volte quella del suono. L’opposizione di Gerusalemme all’accordo riguarda anche clausola che elimina le limitazioni al programma nucleare iraniano alla scadenza del trattato dopo qualche anno, e la revoca delle sanzioni economiche che consentirebbe all’Iran di finanziare il terrorismo tramite i suoi alleati. Il capo del Mossad, Barnea, ha concluso il suo viaggio a Washington dichiarando che “Israele non resterà a guardare mentre Teheran continua a ingannare il mondo”. E ha affermato che “anche se l’accordo venisse firmato, non darà all’Iran l'immunità dalle operazioni del Mossad”.
Massimo Caviglia