Israele: annunciata una risposta all'attacco missilistico iraniano. Prime vittime IDF nel sud del Libano

Ogni scenario, anche il più catastrofico, pare attualmente possibile in Medio Oriente. Dall'UE una raccomandazione ad evitare fino al 31 ottobre lo spazio aereo dell'Iran

La prospettiva di una nuova Gaza, nel sud del Libano; dove le forze dello Stato Ebraico sono impegnate in scontri ravvicinati. Annunciata la distruzione di postazioni nemiche e depositi di armi; ma anche la morte in battaglia di 8 soldati, incluso un comandante di unità d'elite. Potrebbe costare cara, insomma, quest'operazione di terra; che al momento peraltro non ferma i lanci di razzi di Hezbollah. Dopo l'uccisione di Nasrallah un drammatico loop di attacchi e rappresaglie, in questo conflitto. Ormai su scala regionale, con il coinvolgimento di fatto di Teheran; segnato dal barrage missilistico su Israele di ieri sera. Parzialmente saturato l'Iron Dome; le stesse IDF hanno parlato di impatti su basi dell'aviazione. Dicono tanto - dell'attuale situazione in Medio Oriente - le reazioni. Manifestazioni di giubilo, a Gaza e in Cisgiordania. Paura e rabbia tra la popolazione israeliana.

In questo clima gli affondi di Netanyahu; forte anche del rinnovato sostegno statunitense. “L'Iran ha fatto un grosso errore” - ha tuonato - e “ne pagherà le conseguenze”. “Risponderemo”, ha assicurato il capo di stato maggiore; c'è chi parla di possibili raid contro gli impianti nucleari della Repubblica Islamica. Nel frattempo ad essere bombardata è stata nuovamente la periferia sud di Beirut; oltre a Damasco. Quasi non fa più notizia, tanto è deteriorata la situazione. Un esempio clamoroso la decisione di Israele di dichiarare “persona non grata” nientemeno che Antonio Guterres; accusato sostanzialmente di essersi rivelato tiepido nei confronti di Teheran. “Condanno nuovamente e fermamente il massiccio attacco missilistico di ieri”, ha poi precisato il Segretario delle Nazioni Unite. Ma l'intera vicenda pare dimostrare quanto sia impraticabile, ad oggi, una soluzione diplomatica in ambio multilaterale.

Da qui la situazione – tanto pericolosa, quanto surreale – dei peacekeeper Unifil; tra due fuochi, al confine israelo-libanese; impotenti mentre infuriano gli scontri. Fra i caschi blu, peraltro, un robusto contingente italiano. Escluso al momento un ritiro. “La bandiera Onu – ha rimarcato Guterres - continua a sventolare, nonostante la richiesta di Israele di una ricollocazione”. Hamas nel frattempo ha rivendicato la responsabilità dell'attentato a Jaffa di ieri che ha causato la morte di 7 persone.

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