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MEDIO ORIENTE

Israele bombarda Gaza: oltre 300 morti dopo il rifiuto di Hamas sul cessate il fuoco

Netanyahu accusa Hamas di non liberare gli ostaggi, Israele intensifica l'offensiva. Il piano statunitense per la tregua è rifiutato: gli aiuti umanitari restano bloccati.

Israele bombarda Gaza: oltre 300 morti dopo il rifiuto di Hamas sul cessate il fuoco.

Nella notte tra lunedì e martedì, l’esercito israeliano ha lanciato il più massiccio bombardamento sulla Striscia di Gaza dall’inizio dell'anno, colpendo in particolare Gaza City, Rafah e Khan Yunis. Secondo il ministero della Salute locale, il bilancio provvisorio supera i 300 morti. L’attacco segna la fine di ogni tentativo di prolungare la tregua iniziata il 19 gennaio tra Israele e Hamas.

L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha giustificato l’operazione con il "ripetuto rifiuto" di Hamas di rilasciare gli ostaggi catturati il 7 ottobre 2023 e di accettare la proposta statunitense per estendere il cessate il fuoco. Secondo la dichiarazione israeliana, d’ora in poi l’esercito agirà con "forza militare crescente" contro Hamas.

Il piano di mediazione degli Stati Uniti, noto come piano Witkoff, prevedeva un’estensione temporanea della tregua, con la liberazione della metà degli ostaggi ancora detenuti da Hamas, senza alcuna garanzia di un cessate il fuoco definitivo. Hamas, che controlla Gaza, ha respinto la proposta, ritenendola inaccettabile. Attualmente, si stima che il gruppo palestinese detenga ancora 59 ostaggi, di cui almeno 35 sarebbero deceduti.

Israele, riluttante a negoziare la seconda fase dell’accordo che prevederebbe un ritiro da Gaza, ha bloccato dal 2 marzo l’ingresso di aiuti umanitari e merci nella Striscia, mentre la Israel Electric Corporation ha sospeso la fornitura di energia. La crisi umanitaria a Gaza si aggrava, con la popolazione civile intrappolata tra i bombardamenti e la mancanza di risorse essenziali.

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