Con 1.400 contagi da Covid al giorno, e una percentuale del 7,9 di casi positivi, Israele si prepara a un nuovo lockdown. Il Paese rimarrà chiuso ai visitatori stranieri fino a settembre. Con un tasso di disoccupazione passato dal 4 al 21 %, i cittadini temono le nuove restrizioni ma anche un’infettività e una mortalità di cui è impossibile prevedere l’andamento. Già 2.000 aziende sono fallite e migliaia di persone in condizioni economiche precarie hanno manifestato contro il premier per la sua gestione della crisi. Oggi gli infermieri hanno chiesto maggiori tutele e nuove assunzioni. Il Presidente della Repubblica Rivlin ha fatto appello al governo di unità nazionale per dare una risposta rapida a questa emergenza.
Anche l’Autorità Palestinese ha bloccato gli spostamenti all’interno della Cisgiordania e la circolazione tra le 20:00 di sera e le 6:00 di mattina, vietando matrimoni e funerali. I casi positivi in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est sono oltre 10 mila, e nelle ultime ore si sono avuti 470 contagi. In Iran, e in tutta l’area, desta preoccupazione l’annuncio del Presidente Rohani secondo il quale, nei prossimi mesi, il Paese potrebbe avere 30 milioni di contagiati.
Intanto uno studio nel Regno Unito mostra che il trattamento per inalazione di interferone beta riduce del 79 % il rischio di morte per Covid. L'interferone beta è una proteina presente in natura, è usata dal corpo contro le infezioni, e il
Covid ne elimina la produzione per evitare la risposta immunitaria. Il rilascio della proteina tramite aerosol nei polmoni dei pazienti aiuta innescare la risposta immunitaria anche nei malati il cui sistema è indebolito dall'infezione. I risultati pubblicati oggi non sono stati ancora sottoposti a controllo ma, se confermata l’efficacia, la terapia potrebbe rivoluzionare il modo in cui virus viene trattato in ospedale.
Massimo Caviglia