CORRISPONDENZA CAVIGLIA

Israele: contro il COVID-19 sperimentate 6.000 sostanze chimiche

La corrispondenza di Massimo Caviglia

Per frenare la diffusione del Coronavirus, il premier Netanyahu ha chiesto ai cittadini israeliani di celebrare la Pasqua cristiana, quella ebraica, e il Ramadan senza riunirsi alle famiglie e agli amici. Sperando di ridurre il contagio, le limitazioni alle attività e agli spostamenti andranno avanti a tempo indeterminato. E’ risultato positivo al virus anche un consulente del premier Netanyahu, che si è messo in quarantena nonostante sia negativo al test, e si attende tra poco il risultato dell’esame per il comandante dell'esercito, il Generale Kochavi.
Mentre crescono i contagi e i morti, e la disoccupazione schizza dal 6 al 24 %, gli ospedali cercano di trattare i pazienti di Covid col plasma di chi è guarito e ha sviluppato nell’organismo gli anticorpi, che potrebbero aiutare a rendere meno aggressivi gli effetti del virus.
Questa immunizzazione passiva, che ha aiutato nella guarigione molti pazienti in Cina, potrebbe essere una via più rapida rispetto ai tempi di ricerca di un vaccino attivo, che inietta una versione indebolita del virus inducendo il sistema immunitario a reagire.
Continuano però anche gli esperimenti sul vaccino. Il professor Arkin dell’Università di Gerusalemme, dove ha trascorso 20 anni a studiare la sindrome respiratoria SARS, testa nel suo laboratorio le 6.000 sostanze chimiche, divenute farmaci approvati, adatte a inibire i componenti del virus, che sono circa 24. Per l’ HIV un cocktail di farmaci è riuscito a bloccare diversi componenti del virus e ha ottenuto buoni risultati. Ma poiché il Covid non attecchisce sugli animali, il professor Arkin vorrebbe svilupparlo su una coltura di tessuto umano infettata dal virus, e verificare quali sostanze lo inibiscano. Per i test serviranno almeno due mesi: proprio il tempo che le autorità raccomandano di rimanere a casa.

Massimo Caviglia

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