Israele: scontro con la Polonia, annullato vertice di Visegrad

Il vertice Europa Centrale-Israele, che si sarebbe dovuto tenere oggi qui a Gerusalemme, è stato cancellato dopo che la Polonia ha annullato la visita del suo ministro degli Esteri a causa delle affermazioni del suo omologo israeliano appena nominato, il quale ha dichiarato che "I polacchi succhiano l'antisemitismo dal latte delle madri". Il premier polacco ha subito bollato le affermazioni come "razziste e inaccettabili".

La decisione della Polonia di non partecipare al vertice di Gerusalemme porterà il premier israeliano Netanyahu a istituire per domani singoli incontri bilaterali con l'Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, al posto del vertice V4 del Gruppo Visegrad, l'alleanza dei quattro paesi dell’Europa Centrale per la cooperazione culturale, economica e militare.

E in attesa dell’incontro di giovedì col Presidente Putin, col quale discuterà del coordinamento per evitare contrasti fra l’esercito israeliano e quello russo in Siria durante i raid conto le basi missilistiche iraniane, Netanyahu sta valutando l’ingresso di Israele nell’Unione Eurasiatica (la comunità di Stati lanciata dalla Russia 5 anni fa e ispirata all’Unione Europea) per assicurarsi l’aiuto di Mosca in caso di guerra con l’Iran.



Infine, l’atroce violenza, l’omicidio e lo smembramento di una diciannovenne israeliana la settimana scorsa ha fatto scattare la stretta del governo sui fondi che l’Autorità Palestinese elargisce ai suoi detenuti nelle carceri israeliane per attacchi terroristici.

Il gabinetto di Sicurezza, su proposta del premier, ha deciso di applicare la legge che deduce dalle tasse raccolte per l'ANP le somme devolute ai detenuti palestinesi e alle loro famiglie, un reddito fisso di 120 milioni di euro che il governo vuole evitare che diventi un incentivo al terrorismo.

Al momento, comunque, il congelamento riguarda meno del 50 per cento della somma elargita ai 35.000 attentatori, anche se il premier palestinese Hamdallah ha dichiarato che la legge viola il protocollo di Parigi del ’94 ed è come una dichiarazione di guerra.

La corrispondenza di Massimo Caviglia

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