Israele: dall'Iran ancora minacce a Tel Aviv e America
Figlia di un noto rabbino, Ori era una volontaria ambientalista. Le ricerche dello Shin Beth, i servizi segreti di sicurezza interna, hanno condotto a un ventinovenne di Hevron che, fuggito e arrestato a Ramallah, non ha potuto fare altro che confessare l’omicidio, dato che sul corpo della ragazza sono state trovate tracce del suo DNA.
Il premier israeliano Netanyahu ha visitato la famiglia della giovane nell’insediamento di Tekoa dove abitava, informando i parenti che, secondo i servizi segreti, l’omicidio è da considerarsi un atto di terrorismo.
E la ministra della Giustizia, Ayelet Shaked, ha dichiarato che l’assassino merita la pena di morte per la brutalità con cui ha commesso il delitto e le atrocità compiute sul corpo della vittima.
Intanto, mentre si attende il Piano di pace del Presidente Trump, in Iran al raduno per il quarantesimo anniversario della Repubblica islamica è risuonato il grido “Morte all’America e a Israele” mentre venivano bruciate le bandiere dei due Stati, e il generale Javani, alto comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione, ha minacciato di distruggere completamente Haifa e Tel Aviv in 24 ore e Israele in tre giorni se Teheran verrà attaccata.
La Guida suprema spirituale, l’ayatollah Khamenei, ha ribadito, in un discorso alla folla, di non fidarsi degli Europei riguardo l’accordo sul nucleare, proprio come non si fidava degli Americani.
E il presidente Rouhani ha promesso di continuare a produrre razzi senza chiedere il permesso a nessuno.
Quindi non è stata una sorpresa per Israele scoprire un nuovo missile di precisione costruito dall'Iran in Siria col gruppo terroristico libanese Hezbollah, in una fabbrica designata appositamente a tale produzione. Per non parlare dell’ultimo missile Dezful, costruito e presentato in un sito segreto sotterraneo delle Guardie della Rivoluzione islamica che l’agenzia di stampa iraniana ha definito una vera città militare sotterranea.
L’ennesima minaccia per lo Stato ebraico, nonostante gli sforzi di Teheran di nascondere la struttura agli occhi del mondo e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, con la risoluzione 2231, invitava l’Iran a non costruire missili balistici in grado di trasportare armi nucleari.
Massimo Caviglia