Israele: famiglie di ostaggi a Gaza fanno irruzione alla Knesset chiedendo interventi urgenti
Cresce la pressione su Netanyahu, anche a livello internazionale. A Bruxelles via libera “di principio” ad una missione UE nel Mar Rosso, dove oggi gli Houthi hanno rivendicato un nuovo attacco ad un cargo USA
“Non vi faremo respirare fino a che i nostri figli non torneranno a casa”. Dopo mesi di angoscia, è infine esplosa la rabbia di dozzine di famiglie di ostaggi. Che hanno fatto irruzione questa mattina alla Knesset - durante la Commissione finanze -, invocando un radicale cambio di rotta; affinché siano realmente le vite dei loro cari, la priorità. Da ieri sera proteste nei pressi della residenza di Netanyahu; che ha infine annunciato “una proposta” sulle persone rapite, pur non entrando nei dettagli. Posto l'accento piuttosto sulla mancanza – ha detto – di una iniziativa “sincera” da parte di Hamas. Politica in fermento, nello Stato Ebraico; con l'annuncio, da parte dei laburisti, della prima mozione di sfiducia al Premier dall'inizio delle ostilità. Il sostanziale assegno in bianco, a seguito dello choc del 7 Ottobre, pare insomma un ricordo. Nessun apparente cambio di strategia, invece, da parte di Tsahal a Gaza. Dove il bilancio delle vittime palestinesi avrebbe ormai superato quota 25.000. E anche il numero dei caduti tra le fila dell'esercito inizia a farsi significativo; negli aspri combattimenti tra le macerie. Nel mirino da tempo Khan Younis, “santuario” dei gruppi armati. Zona di guerra anche l'edificio centrale della Mezzaluna Rossa: circondato – stando a fonti locali – dai carri armati; e ciò nonostante sia segnalata la presenza di migliaia di sfollati, ormai senza più un luogo dove fuggire. Situazione che pesa su Israele a livello internazionale: dall'Estero vicino – viste le prese di posizione di un Paese certo non ostile, come la Giordania –, all'Unione Europea. Prima dell'odierno Consiglio Affari Esteri Borrell era stato chiaro: si sta suscitando “odio per generazioni”. Una chimera, però, la soluzione a “due Stati”, più volte sollecitata. Visto anche quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri israeliano. Katz avrebbe infatti rilanciato l'idea di un'isola artificiale davanti a Gaza; ventilando l'ipotesi – sostengono fonti europee – che in tale luogo possano andare a vivere i palestinesi della Striscia. Sentito anche il rappresentante dell'ANP, che ha invocato un cessate il fuoco e sanzioni contro Netanyahu. A Bruxelles focus anche sulla crisi nel Mar Rosso; la conseguenza di forse maggior impatto – da un punto di vista economico - dell'attuale caos mediorientale. Come risposta alle incursioni degli Houthi Italia, Francia e Germania hanno proposto una missione “difensiva” a tutela del traffico marittimo. Tajani ha parlato di un “sostanziale via libera”, oggi; ad avviso di Roma l'iniziativa potrebbe innestarsi sull'attuale missione militare nello stretto di Hormuz.
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