Si è concluso negli Emirati Arabi l'incontro fra il premier israeliano Bennett e il Principe Bin Zayed dopo quattro ore di colloquio, di cui oltre due ore a porte chiuse. Nell'intervista all'agenzia di stampa ufficiale degli Emirati, il Primo Ministro ha sottolineato come gli Accordi di Abramo abbiano creato nella regione una nuova rete di relazioni diplomatiche, economiche e culturali, che a suo avviso è l'essenza concreta della pace.
Nel frattempo l’Iran continua a pubblicare filmati di lanci dei missili balistici e a radunare militari vicino al confine con l'Iraq. Il Comandante dell'Aeronautica delle Guardie della Rivoluzione Islamica si è recato nell’area per ispezionare da vicino la zona. L'allerta è dovuta alle dichiarazioni da parte di alti funzionari israeliani riguardo la possibilità che Israele attacchi gli impianti nucleari iraniani se i colloqui di Vienna dovessero fallire. L'Iran ha quindi trasferito i sistemi di difesa antiaerea sulle montagne dove si trovano i missili balistici iraniani, proprio nell’area più vicina a Israele. L’allarme è stato deciso dopo una riunione del Consiglio di Sicurezza iraniano, cui hanno partecipato il Presidente Raisi e il Comandante delle Guardie rivoluzionarie. Ma un alto ufficiale dell’esercito israeliano e il vicedirettore del Ministero degli Affari strategici, responsabile del fascicolo iraniano e che ha diretto la divisione ricerca del Mossad, hanno espresso forti dubbi che il Ministro della Difesa Gantz abbia comunicato agli americani la data entro la quale Israele avrebbe attaccato l’Iran.
La percezione della minaccia nucleare iraniana è diversa in Israele rispetto all’Europa e agli Stati Uniti, che vogliono a tutti i costi una soluzione politica e prolungare i colloqui. Al momento nessuno scenario è ottimale per Israele: né tornare al vecchio accordo sul nucleare, né proseguire con un nuovo accordo, né interrompere le trattative, e né – paradossalmente – un attacco alle centrali iraniane, se non all’interno di una coalizione. Ma, da una notizia trapelata poco fa, gli Stati Uniti si sono rifiutati di inviare in anticipo ad Israele 2 dei 4 aerei la cui consegna era stata già stabilita fra le parti. Si tratta di aerei da rifornimento che hanno un'autonomia di 11.000 km e rimangono in volo per più di 11 ore. Però in guerra circola molta disinformazione per confondere il nemico e, come si dice in Israele, “non conta solo ciò che hai realmente, ma ciò che il tuo nemico crede che tu abbia, o perfino che tu non abbia”.
Massimo Caviglia