CORRISPONDENZA

Israele-Hamas, un’intesa che non durerà a lungo

L’accordo del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, raggiunto oggi grazie alla mediazione dell’Egitto e dell'inviato dell'Onu Mladenov dopo i 700 missili sparati da Gaza che hanno causato quattro vittime israeliane, e i raid di risposta in cui sono morti 25 palestinesi, è un’intesa che probabilmente non durerà a lungo. Innanzitutto perché le vittime israeliane sono tutte civili, mentre quelle palestinesi sono quasi tutte combattenti (15 i miliziani di Hamas e della Jihad islamica); la bambina e le due donne decedute sono state invece colpite da un missile difettoso sparato dalla Jihad Islamica, come ha ammesso anche Hamas in un rapporto dove sottolinea che i rappresentanti della Jihad islamica hanno incontrato la famiglia Abu 'Arar e offerto in cambio del loro silenzio un risarcimento alla ragazza come "Shahid" (martire) che ha diritto ad un sostegno economico a lungo termine. Israele ha invece eliminato il comandante di Hamas che teneva i collegamenti tra il gruppo e l’Iran, e portava grandi quantità di denaro contribuendo al rafforzamento militare dei gruppi terroristici nella Striscia di Gaza per scatenare una guerra tra Israele e Hamas. Quindi non è chiaro se e quanto l’intesa possa durare perché – nonostante, in cambio della tregua dal lancio di missili l’accordo preveda l’ok israeliano alla consegna di denaro dal Qatar ad Hamas, la riapertura dei valichi e un allentamento del blocco su alcune merci (utilizzate anche per costruire i tunnel che si infiltrano in Israele invece che per ricostruire Gaza) - non si sa se il cessate il fuoco sia stato accettato anche dalla Jihad Islamica, che intende provocare per conto dell’Iran uno scontro totale fra Israele e Hamas per distrarre l’attenzione dal fronte nord verso la Siria e il Libano. Molti in Israele chiedevano un’azione definitiva contro Hamas, ma è una soluzione che il premier Netanyahu non vuole prendere in considerazione per non favorire Teheran, e perché i 700 missili di Hamas sono nulla in confronto ai duecentomila di Hezbollah.

Il corrispondente,
Massimo Caviglia

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