Questa settimana l’80% dei soldati dell’esercito israeliano sarà immunizzato con entrambe le somministrazioni del vaccino anti Covid. Invece l’attesa di San Marino per le dosi provenienti da Israele è ormai finita, e non nel modo migliore. Il ministro della Difesa Gantz ha imposto al premier Netanyahu di sospendere le spedizioni del farmaco nei Paesi stranieri, accusandolo di utilizzare la vaccinazione a scopi elettorali e come diplomazia impropria. “Il fatto che Netanyahu stia dislocando i vaccini degli israeliani senza doverne renderne conto – ha dichiarato Gantz – dimostra che pensa di gestire una monarchia e non uno Stato”. Così tutto si è fermato, e un’autorevole fonte interpellata oggi ha confermato che la spedizione delle dosi per San Marino, e altri 20 Paesi con cui Israele mantiene buone relazioni, non è bloccata definitivamente ma ormai la tempistica è divenuta un’incognita, e la questione si è trasformata in un braccio di ferro politico in vista delle elezioni, che si svolgeranno fra tre settimane.
L’altro tema caldo è l’esplosione che ha danneggiato una nave di proprietà israeliana nel Golfo di Oman senza fare vittime. Il Capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano e il Primo ministro Netanyahu hanno accusato l’Iran sostenendo che dietro l’attacco vi siano le Guardie della rivoluzione islamica, che avrebbero lanciato due razzi contro la nave. Teheran ha negato il suo coinvolgimento, ma Israele ha colpito ugualmente obiettivi iraniani in Siria. Alcuni analisti sostengono che, come per l’attacco missilistico contro l'ambasciata americana in Iraq, le capacità dell'Iran di operare fuori dai suoi confini siano in declino. Altri ritengono invece che l’attacco strategico sia stato studiato come un avvertimento e che sia stato ponderato in modo da non avere conseguenze troppo gravi. In ogni caso, il piano di Teheran di puntare tutto sul nucleare potrà solo rafforzare la Repubblica islamica. In attesa di vedere se gli Stati Uniti e Israele lo permetteranno.
Massimo Caviglia