Israele: il premier Bennett alle potenze mondiali “Resistete al ricatto nucleare del regime iraniano”
La corrispondenza di Massimo Caviglia
Come hanno notato gli analisti politici, vi sono più uomini di affari che diplomatici nella delegazione iraniana per i colloqui sul nucleare ripresi questa mattina a Vienna. L'intenzione di Teheran è solo una: far revocare le sanzioni economiche. La nuova squadra iraniana ha presentato richieste poco realistiche, insistendo affinché vengano eliminate tutte le sanzioni americane ed europee imposte dal 2017, comprese quelle non correlate al programma nucleare. Il Ministro degli Esteri israeliano Lapid è giunto a Londra per chiarire la posizione di Gerusalemme e ha incontrato il Primo Ministro del Regno Unito Johnson. Nel frattempo il premier israeliano Bennett ha esortato le potenze mondiali chiedendo di “resistere al ricatto nucleare del regime iraniano” perché, “se ottengono la revoca delle sanzioni - ha detto - non solo manterranno invariato il loro programma atomico ma verranno addirittura pagati centinaia di miliardi di dollari per questo”. Anche il Ministro della Difesa israeliano Gantz si recherà a Washington nei prossimi giorni, dove terrà una serie di incontri con funzionari dell'amministrazione Biden. I colloqui di Vienna comunque ripartono da una novità importante: nelle ultime ore alcuni dirigenti iraniani hanno affermato che Teheran ha già la bomba atomica. Che si tratti o meno di un bluff per ottenere di più al tavolo delle trattative lo sa solo l'Iran, che conosce perfettamente come i suoi progressi nucleari esercitino grande pressione sull'Occidente, e li pubblicizza affinché le controparti cedano più rapidamente. Secondo l'ultimo rapporto dell'organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite, l'Iran ha accumulato una scorta di 2.400 kg di uranio. Se i colloqui dovessero fallire, gli Stati Uniti e gli alleati affronteranno inizialmente l'Iran in un’assemblea dell’Agenzia per l’Energia Atomica convocando una riunione di emergenza. Ma al momento non sono giunti commenti ufficiali neanche alla dichiarazione di un generale delle Guardie della Rivoluzione islamica secondo cui Teheran “non si tirerà mai indietro dall'annientamento di Israele”.
Massimo Caviglia
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