ISRAELE

Israele: il primo test del governo Bennett sarà il nuovo lancio di missili da Gaza forse già domani

Con il passaggio delle consegne di oggi si chiude l’era Netanyahu. Il primo test di prova del governo Bennett, che da ieri sostituisce l’ex premier israeliano, sarà la manifestazione di domani della “marcia delle bandiere”, durante la quale alcuni militanti di destra sfileranno col drappo con la stella di David per le vie di Gerusalemme. Hamas ha proclamato una “giornata di rabbia” e ha avvertito che se la manifestazione non sarà annullata riprenderà il lancio di missili dalla Striscia di Gaza. E’ il pretesto più rapido per mettere alla prova le componenti arabe e di sinistra del nuovo governo, e soprattutto per indurre Israele a consentire l’ingresso dell’emissario del Qatar con i 30 milioni di dollari mensili in contanti per il movimento islamico.

L’esercito israeliano si sta preparando e ha già dislocato le batterie antimissile, ma stasera il nuovo governo potrebbe riunirsi per valutare i pro e i contro della manifestazione e le ricadute sulla sicurezza. Quello di Bennett è un governo molto eterogeneo, nato soprattutto per rimuovere Netanyahu e gestire i pochi temi di comune interesse fra gli 8 partiti di destra e sinistra che lo compongono, quali l’economia e le disparità sociali. Ma non potrà affrontare decisioni politiche come la questione palestinese, gli insediamenti e il ruolo dei religiosi. Altro punto interrogativo saranno le decisioni relative alla difesa. Il nuovo premier ha incontrato il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, il segretario militare e i capi dei servizi segreti Mossad e Shin Bet per visionare i dossier sull’Iran, Hezbollah e Hamas.

Quanta libertà di movimento avrà Bennett su questi temi dipenderà dal partito arabo Raam, che deciderà di volta in volta se accettare o meno operazioni “delicate” come quelle nei confronti degli scienziati del programma atomico iraniano e della centrale nucleare di Natanz. O se addirittura togliere la fiducia al governo. Per questo le parole dell’ex premier Netanyahu “I’ll be back”, (“Tornerò”), non sembrano solo la minaccia di un leader in declino ma una concreta possibilità.

Massimo Caviglia

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