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Israele: l’attacco agli impianti nucleari iraniani sarà l’inizio di una guerra regionale

La corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia

20 dic 2021

Poche ore fa alcuni aerei strategici A400 dell’Aeronautica tedesca si sono diretti verso la base dell’Aeronautica israeliana di Ovdà. Non è dato sapere cosa trasportassero ma, nella guerra anche mediatica fra Israele e l’Iran, sempre oggi è giunto quasi come una provocazione l’annuncio del capo dell'intelligence militare israeliana che si è assunto la responsabilità dell'omicidio del Generale iraniano Soleimani - capo di un’unità delle Guardie della Rivoluzione islamica, ucciso in Iraq da quattro missili lanciati da un drone per ordine del Presidente americano Trump - informando la CIA dell'ora in cui l'aereo era decollato e poi atterrato a Baghdad. E, alle affermazioni del Ministro della Difesa israeliano Gantz, che l’Iran non intende proporre soluzioni serie per giungere a un accordo ai negoziati sul programma nucleare, e che Gerusalemme sta per approfondire azioni militari segrete o dichiarate, Teheran ha risposto pubblicando sul principale quotidiano nazionale la mappa delle città israeliane che verrebbero bombardate se Israele colpisse le centrali nucleari iraniane. Gli esperti militari di Gerusalemme ritengono che un attacco all'Iran potesse essere possibile dieci anni fa, perché oggi significherebbe essere esposti a un bombardamento con migliaia di missili al giorno provenienti da Libano, Siria, Gaza, Yemen, Iran e Iraq. Israele sa che non si tratterebbe soltanto di un attacco agli impianti nucleari iraniani, ma di una vera e propria guerra regionale. Oppure spera che a Teheran possa bastare anche solo lo status di potenza nucleare, per aumentare il suo potere contrattuale ai negoziati di Vienna. Comunque il lancio ormai prossimo di un nuovo satellite iraniano nello spazio dovrebbe preoccupare quasi più dei successivi missili con testata atomica.

Massimo Caviglia




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