Israele: l’aumento di attentati attribuito all’Iran per rallentare l’attacco ai suoi impianti nucleari
L’attentato di ieri nella città vecchia di Gerusalemme vicino al Muro del Pianto, in cui è morta una giovane guida turistica e sono stati feriti gravemente tre israeliani, ha una caratteristica diversa rispetto ai soliti attacchi con le auto e i coltelli, perché è stato compiuto con una mitraglietta da guerra. L’attentatore era un membro di Hamas e aveva una carta di identità da residente che gli consentiva di muoversi liberamente, e l’agguato è stato preparato con largo anticipo perché la moglie e i figli del terrorista sono fuggiti all'estero 3 giorni prima. Oggi la Polizia israeliana ha arrestato in Cisgiordania alcuni membri di Hamas e sequestrato armi e detonatori con cui stavano preparando quattro cinture esplosive. Quasi in contemporanea le forze di sicurezza in Bahrain hanno arrestato diversi attentatori, collegati a squadre terroristiche in Iran, che pianificavano di compiere attacchi con armi ed esplosivi di provenienza iraniana. E la coalizione guidata dall’Arabia Saudita a sostegno dello Yemen ha annunciato che vi sono segnali di pericolo imminente per il movimento delle navi e il commercio mondiale nel sud del Mar Rosso, dove sono state rilevate attività ostili tramite barche esplosive da parte dei ribelli Houthi sostenuti dall’Iran. È probabile che la crescita esponenziale di attentati in questo ultimo periodo – in Israele si tratta del secondo in quattro giorni – sia da attribuire proprio all’Iran, che intende impegnare Israele e i Paesi dell’area nell’attività antiterrorismo in modo da distogliere l’attenzione dalle proprie centrali nucleari e rallentare l’attacco israeliano ai suoi impianti atomici.
Massimo Caviglia
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