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Israele: le trattative per il governo influenzate dall’accordo tra Cina e Iran?

La corrispondenza di Massimo Caviglia

30 mar 2021
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

In attesa del 7 aprile, quando il Presidente Rivlin affiderà l’incarico di formare il governo, fervono le trattative post elettorali tra i partiti israeliani per consentire al blocco anti-Netanyahu o alla coalizione favorevole al premier di ottenere la maggioranza. Dopo l’appoggio scontato al leader centrista Lapid da parte dei laburisti e dei socialisti del partito Meretz, oltre che dal leader di centro Gantz, è giunto anche l’ok del partito di destra di Lieberman e quello di Saar, ex Likud. Con i 7 deputati del terzo leader di destra Bennett la coalizione raggiungerebbe 64 seggi, 3 in più di quelli utili per la maggioranza in Parlamento. Netanyahu invece sembra avere ormai poche chances, nonostante l’ipotetico l’aiuto di Bennett, dato che il partito arabo Raam gli ha negato il suo appoggio. Il premier ha così tentato di offrire a Gideon Saar tramite il Likud qualsiasi posto desideri nel governo, sostenendo che sarebbe un trampolino di lancio nel dopo-Netanyahu, invece di rimanere schiacciato tra Gantz, Lapid e la sinistra.



Ma “Bibi” sembra dare per scontato che Bennett e Saar tornino ad appoggiare un suo governo, mentre i leader dei due partiti di destra avevano promesso al proprio elettorato che avrebbero fatto di tutto per sostituire il premier. Avevano anche giurato che non avrebbero fatto parte di un governo insieme ai partiti arabi, il che renderebbe loro difficile supportare Lapid, a meno che gli islamisti di Raam e la Lista araba unita non forniscano solo un appoggio esterno. Inoltre Bennett vorrebbe ottenere il ruolo di Primo Ministro, mentre la coalizione preferirebbe indicare Lapid quale premier, ma alla fine potrebbero accordarsi su una rotazione a metà mandato. Però una notizia forse influenzerà le trattative di questi giorni: a Teheran i ministri degli Esteri di Cina e Iran hanno firmato un accordo di cooperazione militare ed economica per 400 miliardi di dollari. Teheran fornirà petrolio a Pechino a prezzi molto bassi per i prossimi 25 anni e la Cina realizzerà strade, porti e reti di comunicazione telematica. La componente militare includerà lo sviluppo congiunto di armi. Il progetto tende ad espandere l'influenza economica e politica della Cina, mentre l’Iran esce così dal tunnel delle sanzioni e acquista un partner autorevole con il quale gli Stati Uniti, ma soprattutto Israele, dovranno presto fare i conti.

Massimo Caviglia


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