Israele: nel 50° anniversario della Guerra del Kippur si valutano i pro e i contro di un attacco all’Iran
La corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia
È iniziata oggi in Israele un’importante esercitazione militare che durerà due settimane, e prevede la simulazione di un attacco all'organizzazione Hezbollah in Libano e il successivo attacco all’Iran. Ma il programma nucleare di Teheran si svolge prevalentemente in siti sotterranei, e Gerusalemme non ha le bombe anti bunker americane di cui il Congresso vieta l’esportazione. Però sa che tentare di colpire la bomba atomica iraniana scatenerebbe la risposta non solo di Teheran ma anche dei suoi alleati, primo fra tutti Hezbollah, che possiede oltre duecentomila razzi. Il sistema di difesa aerea Iron Dome viene infatti “bucato” se arrivano contemporaneamente 1.500 razzi al giorno, ed Hezbollah ne può lanciare cento volte quel numero. Nasrallah, capo di Hezbollah, in un suo discorso ha affermato: “Non siete voi a minacciare la guerra ma siamo noi, e qualsiasi battaglia coinvolgerà tutti i confini di Israele”. Forte delle proteste dei riservisti dell’Esercito israeliano, i quali avevano dichiarato che non si sarebbero presentati in servizio per protesta contro la riforma giudiziaria, Nasrallah ha sostenuto che “l'egemonia americana non esiste più, la mentalità nel mondo arabo è cambiata, e Israele ora è più debole”. Inoltre l’annuncio dell'Iran di aver testato un nuovo vettore balistico a lungo raggio sottolinea ancor di più la minaccia che i missili di Teheran rappresentano per tutta la regione. E, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla Guerra di Yom Kippur del 1973, quando l’attacco improvviso di Egitto, Giordania, Siria e Iraq colse di sorpresa Israele, sono stati desecretati alcuni documenti dei servizi segreti. Il Paese, fermo per le 24 ore del digiuno, era estremamente vulnerabile, e l’intelligence militare sottovalutò il numero e l’equipaggiamento del nemico e le nuove armi sovietiche. Il Generale Moshe Dayan chiese alla premier di poter usare la bomba atomica ma Golda Meir rifiutò, sacrificando la vita di migliaia di soldati e chiudendo la sua carriera con le dimissioni, insieme al Ministro della Difesa Dayan. Vedremo quanto il ricordo della Guerra del 1973 possa influenzare le scelte di oggi.
Massimo Caviglia
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