Israele: Netanyahu licenzia il ministro della Giustizia e quello dell’Istruzione
La corrispondenza di Massimo Caviglia
Dopo che ieri due missili siriani erano stati lanciati verso il Golan, l’esercito israeliano ha attaccato due postazioni militari distruggendo un deposito d’armi iraniano con decine di razzi destinati agli Hezbollah libanesi. E mentre il capo di Hamas ringrazia l’Iran per i 700 missili utilizzati nel recente attacco partito da Gaza, il segretario di Stato americano Pompeo ha affermato che l'amministrazione Trump è disposta a parlare proprio con l'Iran "senza precondizioni". Ma il Presidente Trump è rimasto molto contrariato dal fallimento di Netanyahu nel formare il governo, perché le nuove elezioni ritarderanno (se non addirittura affosseranno) il suo piano di pace. E il segretario Pompeo ha perfino paventato che il piano possa diventare inattuabile. Comunque, nonostante le incertezze, a fine giugno si svolgerà il vertice fra Stati Uniti, Israele e Russia sulla situazione in Siria e il tentativo iraniano di posizionarsi stabilmente nell’area.
Intanto il premier israeliano Netanyahu ha licenziato il ministro dell’Istruzione Bennett e la ministra della Giustizia Shaked, perché il loro scarso risultato elettorale (non hanno superato la soglia di sbarramento e non sono stati eletti in parlamento) non giustifica più la loro permanenza in due ministeri così importanti. Ma i due ex ministri potrebbero diventare un altro caso Lieberman qualora Netanyahu avesse bisogno dei loro seggi per formare il governo dopo le elezioni del 17 settembre. A meno che, forte della loro sconfitta elettorale, il premier non voglia convincerli ad entrare nel Likud per ottenere i loro voti dispersi.
Massimo Caviglia