Israele: più di Trump sarà Gerusalemme a non permettere a Teheran di avere l’atomica
La corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia
Il comandante iraniano, la cui unità militare ha colpito per errore l'aereo ucraino con un missile, oggi si è detto orgoglioso che i suoi uomini non gli abbiano chiesto il permesso di aprire il fuoco. Così, dopo le proteste dei mesi scorsi per il caro benzina, sono tornate a Teheran le mobilitazioni, questa volta degli studenti, contro le bugie di Stato per l’abbattimento dell’aereo. La polizia iraniana ha aperto il fuoco e represso nel sangue le manifestazioni dei giovani universitari, che le Guardie della Rivoluzione islamica ritengono un nemico da eliminare almeno quanto l’America e Israele. Ma in questo caso è più facile, e lo provano purtroppo le migliaia di studenti uccisi e feriti. Invece la risposta seguita all’eliminazione di Soleimani, avvertendo prima del lancio dei missili verso le basi americane, dimostra che - piuttosto di affrontare gli Stati Uniti in uno scontro diretto - l’Iran utilizzerà probabilmente i suoi alleati sciiti per una vendetta trasversale con atti di terrorismo. O forse non farà nulla, per mantenere le acque calme fino all’ottenimento dell’arma nucleare, unica possibilità di tenere in vita i suoi leader e il potere, come insegna la Corea del Nord, alla quale gli USA hanno chiesto di riaprire i colloqui per la moratoria. Ma prima ancora del Presidente americano Trump è Israele a non voler permettere a Teheran di costruire la bomba atomica, e a Gerusalemme si stanno già rispolverando i piani per la distruzione delle centrali iraniane. Dato che gli ayatollah hanno ripreso a pieno ritmo l’arricchimento dell’uranio e la produzione di plutonio, non ci sarà molto da attendere.
Massimo Caviglia