Israele ritarda l'offensiva via terra. L'Iran minaccia di colpire Haifa
Russia, Iran e Turchia hanno lanciato un appello a porre fine al "prendere di mira dei civili innocenti" nel corso del conflitto tra Israele e Hamas dentro e intorno alla Striscia di Gaza.
Israele decide di ritardare la sua operazione via terra, in attesa dell'arrivo di altre forze Usa. Scelta voluta da Washington anche per agevolare i negoziati sugli oltre 200 ostaggi. Mentre sono quasi 5100 i palestinesi uccisi. 436 – metà bambini – solo nelle ultime 24 ore, riferisce Hamas. Intanto l'Iran minaccia di colpire la città israeliana di Haifa.
Tensione sempre più alta mentre non si fermano i lanci di razzi verso Israele; dall'altra parte attacchi aerei contro decine di obiettivi di Hamas e ondate di bombardamenti sui siti di Hezbollah in Libano. Tensioni in Cisgiordania. Il premier Netanyahu convoca il gabinetto di guerra e avverte i due Paesi confinanti: “Se continuerete ad attaccare ci saranno guerra e distruzione”.
"Al momento vogliamo che Israele abbia tutto quello che occorre per difendersi e che i civili a Gaza ricevano gli aiuti". Così il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha risposto ad una domanda sugli appelli per un cessate-il-fuoco. "Beneficerebbe Hamas", ha detto il funzionario. Mentre Russia, Iran e Turchia hanno lanciato un appello a porre fine al "prendere di mira dei civili innocenti" nel corso del conflitto tra Israele e Hamas dentro e intorno alla Striscia di Gaza.
Visita lampo in Libano per il ministro della difesa Crosetto che incontra gli oltre mille militari italiani sul posto. Senza sosta l'impegno della diplomazia, mentre arrivano appelli da più parti: “Sciagurati comportamenti umani hanno innescato una spirale di violenza che si spera si possa frenare”, afferma Mattarella. “Non abituiamoci alle guerre – dice il Papa – sono orrori contro Dio”. Biden sente i leader alleati di Italia, Canada, Francia, Germania e Gran Bretagna: “Sostegno a Israele – dicono – purché rispetti il diritto internazionale, compresa la protezione dei civili”.
Il ministro degli Esteri Tajani mette in guardia sul rischio di un allargamento del conflitto e fissa l'obiettivo da raggiungere: “Due popoli due Stati. Su questo in Ue – conclude – siamo tutti d'accordo”.
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