L'analista Nicola Pedde: "Accordo funzionale a rafforzare coalizione anti-iraniana"
Prime forti reazioni all'accordo raggiunto tra Israele ed Emirati Arabi Uniti
Prime forti reazioni all'accordo raggiunto tra Israele ed Emirati Arabi Uniti, sotto l'egida degli Stati Uniti. Si allarga la spaccatura tra schieramenti nell'area e non solo. Accanto ai proclami trionfalistici dell'amministrazione americana si registra oggi il favore dell'Italia che auspica, dal canto suo, sia un passo per contribuire alla pace e alla stabilità in Medio Oriente. In tale quadro, la decisione israeliana di sospendere l'annessione di porzioni della Cisgiordania costituisce – secondo la Farnesina - uno sviluppo positivo'.
Dà il benvenuto alla notizia" anche la Commissione europea. Mentre il premier israeliano Netanyahu si compiace dell'appoggio al piano di Egitto, Oman e Bahrein.
Da Gaza, netto rifiuto invece di Hamas che insieme all'Autorità nazionale palestinese ritiene l'accordo “unilaterale con l'unico obiettivo di liquidare gli inalienabili diritti del popolo palestinese”, e si dice pronta 'ad azioni congiunte'.
Ferma condanna da parte di Turchia ed Iran: per lo Stato islamico un atto di 'stupidità strategica da parte di Abu Dhabi e Tel Aviv che senza dubbio rafforzerà l'asse della resistenza nella regione'. Sullo sfondo, dunque, più che la pace il rischio di nuovi conflitti.
Nel video l'analisi di Nicola Pedde, Direttore dell'Institute for Global Studies, e profondo conoscitore di questioni iraniane: "Un accordo molto particolare, che mira non tanto a costruire un progetto di sviluppo regionale ma è funzionale a rafforzare una coalizione anti-iraniana".