“L'Ucraina potrebbe scomparire come Stato”. Le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev suonano violente e minacciose, come espulse da un arma. “E' già chiaro come andrà a finire – aggiunge –: Kiev subirà una vergognosa sconfitta. Il suo Stato creato artificialmente sulle rovine dell'Unione Sovietica probabilmente scomparirà dalla mappa politica del mondo”. E ancora: “Mosca è stata costretta a lanciare la sua operazione militare per prevenire un'aggressione da parte dell'Occidente e delle autorità ucraine”. A Johannesburg intanto chiusa la prima giornata di vertice dei Brics, il blocco che riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica: sul tavolo l'ipotesi di allargamento ad altri Paesi e di una strategia per diventare meno dipendenti dal dollaro. L'organizzazione è “contro l'egemonia e le politiche neocolonialiste”, ha detto Putin, che ha partecipato in videoconferenza, ringraziando gli altri Paesi per i tentativi di negoziare la pace in Ucraina. Il presidente russo inoltre si è detto pronto a rientrare nell'accordo sul grano, se saranno rimosse le restrizioni alle esportazioni russe. Sul campo di battaglia Kiev fa sapere che le sue truppe sono entrate nel villaggio sud-orientale di Robotyne, un'avanzata potenzialmente importante, mentre i funzionari americani rilevano problematiche strategiche nella controffensiva. Un drone russo ha colpito una scuola nella regione di Sumy, nell'Ucraina orientale, uccidendo due insegnanti. A sua volta l'Ucraina ha lanciato un attacco con un velivolo senza pilota nella regione di Belgorod: tre i civili morti.