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L'incriminazione e l'arresto di Trump al centro della settimana politica a Washington

La corrispondenza di Marco Liconti

8 apr 2023
La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)
La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

La giornata del 4 aprile, qualunque sarà l'esito del procedimento giudiziario, rimarrà nella storia degli Stati Uniti. E' la prima volta, in 246 anni, che un ex presidente viene rinviato a giudizio per una vicenda penale. Il procuratore di Manhattan Alvin Bragg ha presentato nei confronti dell'ex presidente 34 capi di imputazione, accusandolo di avere falsificato i libri contabili della propria azienda per effettuare una serie di pagamenti in nero per coprire notizie dannose per la propria immagine e, di fatto, favorire la propria candidatura nel 2016.

Tre i pagamenti contestati. Oltre a quello di 130mila dollari alla porno attrice Stormy Daniels, per non farle svelare i dettagli di una passata relazione, altri 150 mila dollari, per lo stesso motivo, all'ex coniglietta di playboy Karen McDougal. Infine, 30mila dollari ad un ex portiere della Trump Tower, che sarebbe stato a conoscenza dell'esistenza di un figlio illegittimo, avuto dall'ex presidente con una domestica. Rientrato a Mar-a-Lago, in Florida, Trump ha radunato qualche centinaio di fedelissimi e, invece di seguire l'invito del giudice di Manhattan Juan Merchan, che gli aveva chiesto di astenersi da commenti sull'indagine, ha tuonato contro e tutti, accusando ancora una volta la procura di Manhattan e i Democratici di avere intentato contro di lui un processo politico.

Grande assente del Trump Show messo in scena a New York e poi a Mar-a-Lago, l'ex first lady Melania. Il dettaglio non è sfuggito ai media, che cominciano ad avanzare l'ipotesi di un divorzio, che potrebbe avere per il tycoon nuovamente candidato alla Presidenza, conseguenze personali e politiche gravi. Tace la Casa Bianca, che non ha voluto commentare la vicenda giudiziaria di Trump. Un attacco non è comunque mancato. Nel rapporto sul disastroso ritiro dall'Afghanistan del 2021, reso pubblico giovedì, si legge che Joe Biden fu costretto a mettere caoticamente fine alla guerra, a causa dell'eredità che gli era stata lasciata dal suo predecessore.

Marco Liconti
La Presse






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