L'Iran esce dall'accordo sul nucleare
Con un nuovo colpo di scena, l’Iran è uscito dai termini stabiliti dal trattato sul nucleare aumentando ulteriormente il livello di arricchimento dell'uranio, ma concedendo ai Paesi europei 60 giorni per soddisfare le richieste economiche di Teheran, ampliate dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo e le successive sanzioni. La Repubblica islamica chiede agli europei di potenziare lo strumento finanziario Instex - ideato da Francia, Germania e Regno Unito per aggirare le sanzioni americane e consentire l’acquisto del petrolio iraniano e gli scambi economici fra l'Europa e Teheran. Ma il premier israeliano Netanyahu ha sottolineato che tale decisione "è una mossa molto pericolosa" e ha chiesto all'Europa di affiancarsi al ripristino delle sanzioni all'Iran perché gli ayatollah hanno un solo scopo: la produzione di armi atomiche. "Se non avessi condotto questa battaglia sul controllo dell’attività nucleare iraniana - ha detto Netanyahu -Teheran avrebbe già un arsenale atomico". “L’Iran rappresenta un enorme pericolo per il nostro futuro - ha concluso Netanyahu - ma questo regime violento sta mettendo alla prova anche l'Occidente”. E la conferma che Teheran vuole destabilizzare il Medio Oriente viene indirettamente anche dalla fuga di un altro figlio del fondatore di Hamas e dalle sue dichiarazioni. Allontanatosi in gran segreto dalla sede turca, il figlio di Hassan Yousef ha rilasciato un’intervista in cui svela che il movimento islamico “Sta lavorando per un Paese straniero, non per la causa palestinese: Hamas vende supporto e informazioni all’Iran in cambio di aiuti finanziari”. L’altro motivo che lo ha spinto a lasciare il movimento è la corruzione: “Mentre a Gaza la gente soffre, i leader di Hamas vivono nel lusso grazie agli aiuti per la Striscia”. Ha poi accusato i leader corrotti di usare il popolo come carne da macello per le loro ambizioni. “Perché non mandano i propri figli a compiere attacchi suicidi? Perché Ismail Haniyeh non va al confine a lanciare pietre?”. Una critica dall’interno che dovrebbe far riflettere.