L'Iran supera i limiti di uranio e sfida Trump che risponde "gioca col fuoco"
L'Iran lo aveva minacciato e ora dalle parole è passato ai fatti, superando per la prima volta la fatidica soglia dei 300 chilogrammi di uranio arricchito consentiti dallo storico accordo sul nucleare del 2015. Si tratta di una quantità ancora insufficiente per arrivare a realizzare una bomba atomica, ma quello che Teheran lancia al mondo intero è un segnale forte: la Repubblica islamica non intende piegarsi alla linea dura di Donald Trump, che proprio un anno fa abbandonò quell'accordo voluto da Barack Obama e dal presidente iraniano Hassan Rohani. E lo stesso tycoon non l'ha presa bene, avvertendo l'Iran che "sta giocando col fuoco". La prima a dare la notizia della violazione dell'intesa è stata l'agenzia iraniana Fars. Notizia poi confermata sia dall'Aiea, l'agenzia atomica delle Nazioni Unite, sia dal ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, uno dei massimi artefici dell'accordo del 2015 insieme all'ex segretario di Stato americano John Kerry.
Il presidente francese Emmanuel Macron esprime "preoccupazione" per il superamento della fatidica soglia di uranio arricchito. In una nota invita dunque Teheran a rientrare "immediatamente" sotto quel limite e ad "astenersi da ogni misura ulteriore che rimetta in discussione i suoi obblighi nucleari".
E' stato proprio dopo l'incontro con gli europei a Vienna, lo scorso 28 giugno, che la leadership di Teheran si è convinta a passare a sua volta alla linea dura. Lanciando nelle ultime ore un nuovo ultimatum anche al Vecchio Continente: "L'Iran si augura che l'Ue prenda misure pratiche e tangibili per mettere in funzione il meccanismo finanziario Instex entro il 7 luglio, dopo di che comincerà a fare nuovi passi", ha avvertito il portavoce del ministero degli Esteri Abbas Mousavi. E il prossimo passo potrebbe essere quello di oltrepassare un'altra soglia prevista dall'accordo del 2015, quella di 13 tonnellate relativa allo stock di acqua pesante.
Alcuni osservatori sottolineano come quella di Teheran potrebbe essere una tattica negoziale per mettere in difficoltà Trump, anche di fronte agli alleati europei, e convincerlo a tornare sui suoi passi. Del resto più volte il tycoon ha lanciato un segnale di apertura verso l'Iran con l'obiettivo di avviare le trattative per una nuova intesa sul nucleare.