In un Paese martoriato dalla guerra, arriva la quinta Carovana della Pace a donare un po' di speranza. Il convoglio, composto da 150 volontari, porta con sé 25 generatori di corrente e 20 tonnellate di aiuti umanitari destinati ai civili ucraini. A organizzare la spedizione di una settimana la rete Stop the War now, che riunisce 180 associazioni, tra cui la Papa Giovanni XXIII. Tappa a Odessa per inaugurare il potente generatore donato all'ospedale pediatrico, a Mykolaiv e Kherson, raggiungendo la missione permanente dei volontari del Corpo di Pace.
Tra i volontari anche la sammarinese Sylvie Bollini. "Credo che la cosa più importante che abbiamo portato è la nostra presenza - racconta lei -, per dire 'noi siamo qui con voi, rischiando la vita. Non ci siamo dimenticati di voi'. La cosa più bella che ci hanno detto è che per la prima volta, mentre eravamo lì, sono riusciti a dimenticarsi della guerra". Altra emergenza è quella dei rifugiati, ricorda la Bollini, che per il Consiglio d'Europa si occupa proprio di loro. "Ce ne sono ancora milioni di rifugiati ucraini - spiega - ma lo spirito europeo di vicinanza è rassicurante". Al di là degli aiuti umanitari, rimane la speranza della pace. "Tutti i sammarinesi in primis possono essere ambasciatori di pace - conclude -. Chi meglio di noi può dire al mondo che è possibile difendere la propria libertà e indipendenza senza ricorrere alle armi?".
Nel video l'intervista a Sylvie Bollini, ambasciatrice a disposizione di San Marino