Libano: notizie di un attacco israeliano oltreconfine. Tsahal al momento non conferma
Aspri combattimenti intanto in Ucraina, nel settore del Donbass. Mentre si scalda la situazione nello Stretto di Taiwan
Eloquenti le riprese aeree di ciò che resta di Chasiv Yar. Piccolo centro del Donetsk, ma tutt'altro che insignificante da un punto di vista tattico; come dimostrato dai feroci scontri urbani in corso da settimane. A questo punto potrebbe considerarsi un diversivo la puntata russa nel Kharkiv. Il reale obiettivo era forse costringere gli ucraini a richiamare truppe dal Donbass, dove pare concentrarsi – in questa fase – lo sforzo bellico di Mosca. Più complesso piuttosto decrittare la comunicazione, del Cremlino.
Da una parte nuovi moniti sul tema della deterrenza atomica; a seguito delle dichiarazioni, sul punto, di Stoltenberg. Apparentemente non consequenziale, invece, l'apertura al “dialogo” con gli Stati Uniti – così è stato detto da Peskov – su questioni di stabilità strategica. E ciò dopo le indiscrezioni circa un via libera a Kiev all'utilizzo di armi americane per colpire qualsiasi forza russa che attacchi da oltreconfine, a prescindere dalla zona. Forse un segnale politico, quello di Washington. Per indurre Mosca a trattare, ma non a seguito di una vittoria totale sul campo; epilogo giudicato evidentemente inaccettabile dalla Superpotenza.
Solo il tempo dirà se vi sia un'effettiva volontà di negoziare. Sardonico, intanto, il commento della Casa Bianca, al trattato di sicurezza firmato da Putin e Kim Jong-un. “Un segnale di disperazione della Russia”, ha detto John Kirby; subito seguito da una dichiarazione speculare di un portavoce della Commissione europea. Ha parlato anche di “crescente isolamento” della Federazione. Concetto che tuttavia parrebbe cozzare con l'esito del recente vertice in Svizzera; dove ha pesato fra le altre cose l'assenza della Cina.
Pechino che ha nel frattempo maldigerito l'annuncio del Pentagono di forniture belliche per 360 milioni di dollari a Taiwan. Inviate decine di aerei e 7 navi da guerra intorno all'isola. Reazione più scenografica che altro; ma le tensioni salgono, e per Washington potrebbe rivelarsi insostenibile l'impegno su più fronti. Visto anche ciò che sta accadendo in Libano. Media arabi avevano riferito questa mattina di un attacco israeliano nei pressi di una località nel sud del Paese. Forse i prodromi del paventato redde rationem con Hezbollah, anche se la notizia non è stata ancora confermata da Tsahal. “Il rischio che il conflitto in Medio Oriente si allarghi è reale”, ha ammonito Guterres. Mentre a Gaza proseguono i bombardamenti. La Mezzaluna Rossa ha segnalato oggi l'uccisione di 18 palestinesi in un raid su Rafah.
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