Libano: nuovi raid israeliani in queste ore. Sale a 558 vittime il bilancio dei bombardamenti di ieri
Sembra molto probabile, visto il quadro, una imminente operazione di terra dello Stato Ebraico contro Hezbollah
Pare si stia assistendo in queste ore ad una riproposizione del copione di ieri; quando in Libano si è registrato il più alto numero di vittime dagli anni selvaggi della guerra civile. 558 i morti, stando all'ultima stima delle autorità locali; tra cui 50 bambini.
Dall'esercito israeliano intanto nuovi avvisi di evacuazione, ai civili dei villaggi controllati da Hezbollah. Ma è un'impresa disperata muoversi in un Paese nel caos. Strade bloccate da decine di migliaia di persone in fuga; code infinite per fare rifornimento; anche per acquistare il pane. E intere aree, nel sud, divenute di fatto un poligono di tiro; con continui attacchi aerei. Dall'altra parte ancora salve di razzi delle milizie sciite sul nord di Israele. Segnalati oggi 14 feriti lievi. Sproporzione netta, insomma, quanto all'impatto dei rispettivi attacchi.
L'impressione è che a poco meno di un anno, dallo choc del 7 ottobre, Israele sia determinata a chiudere i conti con l'agente di prossimità di Teheran più strutturato militarmente. Ma con una catena di comando ormai disarticolata: prima dall'ondata di esplosioni simultanee di dispositivi di comunicazione; poi dai devastanti raid alla periferia di Beirut contro operativi di alto profilo. In questo quadro lo scenario di una incursione di terra israeliana pare altamente probabile. L'Alto Rappresentante UE Borrell si è limitato a fotografare la situazione; parlando del rischio di una guerra totale in Medio Oriente. Nessuna apparente traccia, però, in questo caso, di quell'assertività mostrata invece da Bruxelles riguardo al conflitto russo-ucraino.
E sembra impotente anche il principale alleato di Israele. “Sto lavorando ad una de-escalation” in Libano, ha dichiarato Biden; stesso concetto, peraltro, espresso in precedenza riguardo a Gaza. La cui agonia ormai non fa più notizia. “Non dobbiamo permettere che il Libano diventi un'altra Gaza”, ha dichiarato dal canto suo il Presidente iraniano Pezeshkian: a New York per l'assemblea generale ONU. Di fronte a un bivio Teheran: farsi coinvolgere direttamente nel conflitto, rischiando di uscirne con le ossa rotte; o temporeggiare, limitando la risposta al piano propagandistico. Nonostante gli schiaffi ricevuti pare prevalere in questa fase la linea della cautela.
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