Libano: pare imminente un'operazione di terra delle forze israeliane; continui i raid aerei
Apparentemente inarrestabile l'escalation; seppure si parli di tentativi negoziali per una tregua. A RTV è arrivata nel frattempo la segnalazione della presenza a Beirut di una sammarinese impegnata nello staff di un'agenzia ONU
La decisione di schierare due brigate di riservisti a nord, farebbe pensare all'approssimarsi di un'operazione di terra. Più che sul “se”, del resto, si ragiona ormai sul “quando”. Eloquenti le parole del capo dell'esercito israeliano. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare”, ha detto ai soldati; invitati a prepararsi ad un “possibile ingresso” in Libano. Dove si susseguono a ondate gli attacchi aerei. Anche in zone montuose al di fuori delle tradizionali roccaforti del “Partito di Dio”. Come il raid su Maaysra: insediamento sciita in un'area prevalentemente cristiana a nord di Beirut. Oltre 50, oggi, le vittime riportate. Bilancio in continuo aggiornamento, dopo il “lunedì nero”; nel quale i morti si sarebbero contati a centinaia.
E mentre il caos dilaga - con masse di persone in fuga -, si moltiplicano gli appelli delle autorità di vari Paesi, ai propri cittadini, affinché lascino immediatamente il Libano. Ci sono ancora voli verso l'Occidente, ha avvertito il Ministro Tajani. Situazione in rapido deterioramento. Come testimoniato dalla risposta delle milizie filo-iraniane al martellamento subito in questi giorni. Non solo salve di razzi. Lanciato anche un missile balistico, poi intercettato, su Tel Aviv. L'obiettivo, ha fatto sapere Hezbollah, era il quartier generale del Mossad; dove forse era stata pianificata l'operazione che aveva portato alle esplosioni coordinate dei dispositivi in dotazione ai membri dell'organizzazione paramilitare. Che pur falcidiata cerca insomma vendetta.
Fra i due belligeranti, in uno dei luoghi più pericolosi al Mondo, i caschi blu della missione Unifil; con una robusta presenza italiana. Il contingente spagnolo, è stato fatto sapere, ha passato “14 ore” nei bunker. Si parla di piani di evacuazione già pronti. L'eventuale disimpegno delle forze di interposizione, però, sarebbe forse il segnale più chiaro dello scivolamento verso scenari di guerra totale. Un conflitto su vasta scala in Medio Oriente è possibile, ha riconosciuto Biden. Da registrare, però, in queste ore, un'uscita di Netanyahu; che avrebbe dato il via libera a colloqui con gli Stati Uniti per un cessate il fuoco temporaneo. I contatti con Hezbollah sarebbero indiretti, attraverso il governo libanese. I media riferiscono di trattative frenetiche, specie a margine dell'Assemblea ONU; dove è atteso domani l'arrivo del Premier israeliano. Sarebbe ancora in stallo, invece, il negoziato su Gaza. Dove si sono registrati oggi nuovi bombardamenti. L'agenzia Wafa ha parlato di “diversi civili” rimasti uccisi.
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