Medio Oriente: Borrell, “sempre più grande” il rischio di un allargamento della guerra al Libano

Alta tensione intanto tra Mosca e Washington; a seguito dell'attacco che ha causato vittime civili e feriti sulla spiaggia di Sebastopoli

Dovuta secondo alcuni analisti ad una crisi del cosiddetto “unipolarismo” americano, l'attuale fase di caos e guerre. Come testimonia la polveriera mediorientale, dove il “soft power” di Washington sembra ormai un'arma spuntata. Il conflitto, da Gaza, parrebbe piuttosto in procinto di allargarsi all'intero quadrante. “Il rischio di un contagio nel sud del Libano è ogni giorno sempre più grande”, ha constatato l'Alto Rappresentante UE. Apparentemente in ordine sparso – i 27 - su questo dossier; non così – fino ad ora - sul conflitto in Ucraina.

Sembra infatti confermarsi l'allineamento di principio alla strategia statunitense. E ciò al netto di sporadiche prese di posizione; come quella odierna di Orban. Si è rivolto a Biden, chiedendo prenda l'iniziativa per un cessate il fuoco immediato. Pura utopia in questa fase; con le forze russe, peraltro, determinate a massimizzare l'iniziativa sul campo di battaglia. Mentre sul fronte interno si fa sempre più pervasiva la narrazione del conflitto esistenziale contro l'Occidente. Benzina sul fuoco, allora, l'attacco ucraino di ieri sulla Crimea; che avrebbe provocato, sulla spiaggia di Sebastopoli, la morte di 4 persone – inclusi 2 bambini –, oltre a decine di feriti. Riferito l'utilizzo di missili americani Atacms armati con bombe a grappolo. Da qui la minaccia di “conseguenze”. Il Ministero degli Esteri ha parlato di “crimine sinistro”, e di un coinvolgimento statunitense; convocata l'Ambasciatrice.

Altissima la tensione. Kiev dall'altra parte ha denunciato un raid russo su un centro del Donetsk, con un bilancio pressoché speculare di vittime civili. Bruxelles intanto annuncia la prossima consegna all'Ucraina della prima tranche da 1,4 miliardi di euro di extra profitti degli asset russi. Dal Consiglio Affari esteri in Lussemburgo anche il via libera al 14esimo pacchetto di sanzioni. Mosca dal canto suo promette risposte simmetriche; ma deve al contempo guardarsi da scenari potenzialmente più insidiosi, poiché interni alla Federazione. 19 le vittime degli attentati compiuti ieri da terroristi, in Daghestan, contro due chiese ortodosse ed una sinagoga. Secondo un think tank americano dietro l'attacco vi sarebbe l'ombra dell'ISIS.

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