Medio Oriente: ISIS rivendica la strage in Iran, nei pressi della tomba di Soleimani
L'ultimo bilancio parla di 84 vittime e quasi 300 feriti. Quadrante mediorientale ormai avviluppato da una spirale di violenze, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre
Nelle scorse si erano fatte sempre più insistenti indiscrezioni in questo senso. Infine è arrivata la conferma di Al Arabiya, della rivendicazione – da parte dell'ISIS – delle esplosioni a Kerman, che avrebbero ucciso 84 persone, ferendone quasi 300. Nuovi particolari, della carneficina, sono intanto resi noti dai media iraniani: la prima deflagrazione sarebbe stata causata da un attentatore suicida, a circa un chilometro di distanza dal luogo di sepoltura del Generale Soleimani; dove una grande folla si era diretta per omaggiarne la memoria. Alti funzionari di Teheran avevano subito puntato il dito contro Washington ed Israele.
Ora l'assunzione di responsabilità da parte del sedicente stato islamico, che potrebbe paradossalmente restituire margini di manovra alla leadership iraniana; chiamata, altrimenti – in seguito alla strage -, ad una rappresaglia dalle conseguenze imprevedibili; potenzialmente letali per la stessa Repubblica Islamica. Cartina di tornasole dell'attuale caos mediorientale quanto avvenuto ieri; altrettanto gravido di conseguenze il prologo: l'eliminazione a Beirut del numero due di Hamas in uno strike attribuito allo Stato Ebraico.
Al momento Hezbollah, al netto della retorica fiammeggiante del suo leader, parrebbe temporeggiare; ma l'intero Libano – a questo punto - corre il rischio di scivolare nella guerra, vista anche la crescente intensità degli scambi di fuoco al confine. A testimonianza della gravità della situazione l'incontro oggi, fra il consigliere di Biden Hochstein ed il Ministro della difesa israeliano Gallant. “Non accetteremo le minacce che giungono dai fiancheggiatori dell'Iran”, ha tuonato quest'ultimo. In questo quadro i report di raid statunitensi in Iraq, contro i vertici di milizie sciite; oltre alla costante minaccia degli houthi nel Mar Rosso.
Al centro di questo vortice di violenze resta tuttavia Gaza, da dove tutto è iniziato, e dove pare utopico pensare a luoghi sicuri. Al Jazeera riporta bombardamenti nei pressi di una zona di evacuazione, con la morte di 14 civili, anche bambini. Mentre la Mezzaluna rossa denuncia uno strike sulla propria sede a Khan Yunis: attuale epicentro degli scontri. Non solo Hamas nel mirino; Tsahal ha parlato in queste ore dell'uccisione del responsabile militare della Jihad islamica.
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