Medio Oriente: notte di raid su Gaza. Hamas chiama il "venerdì della rabbia"
A Parigi un insegnante è stato accoltellato a morte da un 20enne di origini cecene che avrebbe inneggiato ad Allah
E' probabilmente il giorno più temuto – a livello internazionale -, di questa prima settimana da incubo. Il “venerdì della rabbia”, invocato da Hamas; affinché si sollevi non sola la Cisgiordania, già in ebollizione. Forze di polizia e di intelligence occidentali in massima allerta; Parigi aveva preso una decisione drastica: vietare ogni tipo di manifestazioni pro Palestina. E proprio la Francia pare stia pagando pegno. Ad Arras un uomo – a quanto pare al grido di “Allah è grande” - ha fatto irruzione in un liceo, accoltellando a morte un insegnante e ferendo diverse persone, prima di essere fermato.
Tutto ciò dopo una notte di strike su Gaza; nei primi 6 giorni – riferiscono i vertici dell'aeronautica israeliana – sono state sganciate 6.000 bombe su 3.600 obiettivi delle milizie. Ma sarebbero devastanti gli effetti su aree così densamente popolate. Le autorità della Striscia parlano di oltre 1.500 vittime, compresi 500 bambini. Dall'altra parte 1.300 morti; 258 – stando alle ultime stime – i soldati israeliani uccisi: a testimonianza dell'efficacia militare del colpo a sorpresa dei gruppi armati palestinesi; al netto dello scempio sui civili.
Talmente selvaggio da far pensare che l'obiettivo fosse proprio quello di provocare una reazione spropositata dell'Esercito israeliano, e costringerlo ad una battaglia urbana nella Striscia. Il prologo potrebbe essere l'ordine di evacuazione, da Gaza City, rivolto ad oltre 1 milione di civili. Ma si rischiano “conseguenze umanitarie devastanti”, ha avvertito l'ONU; mentre la Lega Araba ha definito “un crimine” il “trasferimento forzato”.
Segnalate migliaia di persone in marcia verso sud; nonostante l'invito di Hamas a non abbandonare le abitazioni; avendo bollato come “propaganda” l'annuncio di Tsahal. Che dal canto suo parla di posti di blocco – delle milizie – per impedire il deflusso. E mentre il Washington Post – citando Human Rights Watch – riferisce del possibile utilizzo di munizioni al fosforo bianco su Gaza, Hamas parla della morte - nel corso dei raid sulla Striscia - di 13 ostaggi. 250 sarebbero stati invece liberati da unità d'elite israeliane, che hanno ripreso il controllo di un avamposto nei pressi dell'enclave. Dalla quale continua il lancio di razzi; due sarebbero caduti su Sderot, ma anche Ashkelon continua ad essere nel mirino.
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