Medio Oriente, Parsi: “Non immagino una de-escalation rapida”

Sui possibili scenari, dopo l'attacco a sorpresa delle milizie palestinesi di Gaza, abbiamo sentito il politologo Vittorio Emanuele Parsi.

“Nell'immediato, niente di buono. Perché, purtroppo, va detto: Israele stava attraversando una gravissima crisi, legata alle scelte liberticide del Governo di Netanyahu. Questo questo conflitto, chiaramente, chiama tutti sotto le bandiere del Governo, quello che sia. Hamas, di tutte le forze di opposizione, di rappresentanza delle istanze palestinesi, è sicuramente la più estremista, quella che ancora considera legittima la distruzione dello Stato di Israele. Quindi, purtroppo, niente di buono. Perché l'uno e l'altro sono complementari. Hamas ha bisogno di Netanyahu per rastrellare sotto le sue bandiere tutti i palestinesi. E Netanyahu ha bisogno di Hamas per portare gli israeliani a dire 'piuttosto che niente, meglio meglio lui'. Quindi, io non immagino una de-escalation rapida. Diciamo che possiamo contare sul fatto che, avendo entrambi gli attori interesse a non andare fino in fondo e nessuna ha la capacità di farlo, per motivi diversi, ci sarà, a un certo punto, un compromesso. Ma quel compromesso lo pagheranno i civili, da una parte e dall'altra”.

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