Medio Oriente: resta alto il rischio di una guerra aperta Israele-Hezbollah in territorio libanese
Sempre più pericoloso ed instabile il quadro internazionale; dure reazioni di Seul al trattato di partenariato strategico firmato da Vladimir Putin e Kim Jong-un
Evidentemente un fuoco fatuo i tentativi negoziali; su ciò che resta di Gaza si susseguono raid aerei israeliani. Diffuse le immagini dell'eliminazione di uno dei comandanti che avrebbero guidato la mattanza del 7 ottobre. Il capo dell'ufficio politico di Hamas continua tuttavia ad ostentare sicurezza. Haniyeh ha anche parlato di un deterioramento della posizione dello Stato Ebraico a livello internazionale. E ciò dopo la gelida reazione di Washington, alle lamentele dell'alleato riguardo la tempistica delle forniture di materiale bellico.
Pressioni anche interne, per Netanyahu; sul più delicato dei dossier. Stando al Wall Street Journal gli ostaggi ancora in vita nella Striscia potrebbero essere solo 50. E altre nubi si addensano all'orizzonte: il rischio che il conflitto relativamente a bassa intensità, con Hezbollah, deragli in “guerra totale”. Israele parrebbe pronta. Da decifrare invece la posizione della Casa Bianca, che pareva determinata a “raffreddare” la crisi. Da qui una fitta serie di incontri, per l'inviato speciale Hochstein; che ha però infine paventato un appoggio statunitense - ad un'operazione israeliana limitata - qualora Hezbollah non stoppi gli attacchi. Già precipitata la situazione sul piano comunicativo. Il leader del “Partito di Dio” Nasrallah si è rivolto anche al governo cipriota; avvertendolo che un eventuale utilizzo di proprie basi, da parte di Israele - per colpire il Libano – equivarrebbe ad un coinvolgimento nella guerra. Nicosia è “parte della soluzione, non del problema” - è stato risposto.
Mentre da Bruxelles è stato sottolineato come “ogni minaccia a Cipro” sia una “minaccia a tutta l'Unione Europea”. Vecchio Continente come una nave nella tempesta; visto anche il rischio di una ulteriore escalation del conflitto in Ucraina. Annunciata per l'estate l'operatività di 80 F-16 forniti a Kiev; in contemporanea il via libera, degli ambasciatori dei 27, ad un accordo su nuove sanzioni a Mosca. Lo schema è ormai quello del confronto fra blocchi. Dall'altra parte la firma – da parte dei leader di Russia e Corea del Nord – ad un trattato di partenariato strategico; che prevede anche la mutua assistenza militare. Una questione tra i due Paesi, ha commentato laconica Pechino; di tutt'altro tenore i feedback di Seul, che potrebbe ora autorizzare le forniture di aiuti letali all'Ucraina. Putin ha poi fatto tappa ad Hanoi, con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione con il Vietnam.
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