Migranti, il grido di Papa Francesco: "Respingerli è un peccato grave". E dice no a leggi restrittive.

Sabato, intanto, atteso nuovo sbarco a Ravenna.

Mare nostrum è diventato un cimitero. E la tragedia è che la maggior parte dei morti poteva essere salvata”. Papa Francesco ricorda i viaggi della speranza di chi non ha niente, solo la propria vita. E quel “solo” suona stonato, perché la vita è tutto. “Troppi morti”, dice Francesco, che prega per le vite inghiottite dal mare o perse nella sabbia del deserto: uomini, donne e bambini che, “anche in questo momento, li stanno attraversando per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza".

Là dove ci sono persone che muoiono ce ne sono anche altre che le lasciano morire. Francesco guarda anche a loro: “C'è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti e questo è un peccato grave”. “Su una cosa potremmo essere tutti d'accordo: in quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci”.

Ma per il pontefice non è attraverso leggi più restrittive, con la militarizzazione delle frontiere e con i respingimenti che si otterranno risultati, ma solo ampliando vie di accesso sicure e regolari e facilitando il rifugio. Lancia un appello per una governance globale delle migrazioni fondata su giustizia, fratellanza e solidarietà. Unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, “per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui”.

Parole che arrivano durante il braccio di ferro tra l'Ue e l'Ungheria sulle politiche europee per la migrazione e mentre nuovi sbarchi sono attesi sabato a Ravenna: a bordo della ong Life Support di Emergency 172 migranti di cui 17 minori non accompagnati. Nella notte a Roccella Ionica, nel Catanzarese, sono stati soccorsi 63 profughi, tra cui una bambina di appena sei mesi.

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